Negoziati sul clima: scopriamo cosa è successo a Youth4climate e PreCOP26

Negoziati sul clima: scopriamo cosa è successo a Youth4climate e PreCOP26

Facciamo il punto con Jacopo Bencini, Policy Advisor di Italian Climate Network che ha partecipato a Youth4cliamte e PreCOP26. 

Ogni anno, delegati di tutti gli Stati firmatari della Convenzione Quadro delle Nazioni Unite sui Cambiamenti Climatici (UNFCCC) si incontrano nelle Conferenze delle Parti (COP) per discutere e negoziare i prossimi passi nella lotta ai cambiamenti climatici. Quest’anno sarà Glasgow, in Scozia, ad ospitare COP26 dal 31 ottobre al 13 novembre

Prima di ogni COP si tengono dei negoziati intermedi e preparatori. Gli intermedi quest’anno si sono tenuti online e non hanno portato passi avanti. Si è, invece, tenuta in presenza la PreCOP, vertice ristretto tra soli 50 paesi rappresentativi di quasi 200 totali. La PreCOP26 si è svolta a Milano, in Italia, dal 30 settembre al 2 ottobre scorsi.

Per la prima volta la PreCOP è stata preceduta da un evento dedicato esclusivamente ai giovani attivisti per il clima, Youth4climate. Vi hanno preso parte, dal 28 al 30 settembre 2021, quasi 400 giovani provenienti da tutto il mondo: due delegati giovanili per Paese per ogni Stato firmatario della UNFCCC. Obiettivo dell’evento, portare delle proposte sulla lotta ai cambiamenti climatici a nome della gioventù mondiale a Ministri e Inviati presenti alla PreCOP. 

I quasi 400 giovani hanno lavorato divisi in quattro gruppi di lavoro, incluso uno sull’educazione al tema dei cambiamenti climatici. Tra le molte idee emerse dai documenti finali, risalta la richiesta dei giovani ai Governi di avviare da subito un’uscita completa dalle fonti fossili affinché essa possa dirsi compiuta entro il 2030. 

Subito dopo la restituzione del lavoro di Youth4climate, il 30 settembre sono iniziati i lavori della PreCOP. Queste sono conferenze che non portano mai ad un documento finale pubblico, servono a preparare il campo. Nel pomeriggio del 30 settembre si è discusso di quanto emerso sia dal primo capitolo del nuovo report IPCC uscito il 9 agosto, che ci dice che la temperatura media globale è già aumentata di 1,09°C rispetto all’obiettivo minimo di contenerla entro +1,5°C entro la fine del secolo, sia del report UNFCCC sull’ambizione dei contributi nazionali sotto l’accordo di Parigi. Ad oggi, nonostante lievi miglioramenti, le promesse depositate dai Paesi sono ancora largamente insufficienti rispetto agli obiettivi.

Al termine dei lavori l’Inviato Speciale per il clima degli Stati Uniti d’America, John Kerry, ha dichiarato che con la PreCOP si è iniziato a ricostruire un clima di fiducia dopo due anni di stop e che è probabile che alcuni Paesi presenteranno obiettivi più ambiziosi nel corso del mese di ottobre e poi alla COP26. 

Nelle COP sul clima, sulle singole parole si gioca il destino del mondo, da quelle dipendono diritti e doveri e non si può più correre il rischio che rimangono vuote, un “bla bla bla” – citando l’intervento di Greta Thunberg in apertura di Youth4climate – che non ci possiamo permettere. Gli osservatori continueranno a fare pressione affinché i decisori agiscano con la dovuta urgenza ed attenzione. L’appuntamento è quindi a Glasgow per il bilancio finale.

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