Sono stati presentati oggi alla Camera dei deputati gli esiti delle Prove INVALSI 2023 che hanno coinvolto oltre 12.000 scuole per un totale di 1 milione di studenti della scuola primaria, circa 570.000 della scuola secondaria di primo grado e oltre 1 milione di studenti della scuola secondaria di secondo grado. Dopo anni di misure straordinarie è entrato pienamente in vigore il D. Lgs. n. 62/2017 che prevede la partecipazione alle prove INVALSI come requisito di ammissione all’esame di Stato per gli studenti dell’ultimo anno del primo ciclo di istruzione e dell’ultimo anno della scuola secondaria di secondo grado.
Prima di addentrarci in ciò che dicono i risultati delle prove sulla situazione del nostro sistema formativo ricordiamo ai lettori che le classi II e V della scuola primaria corrispondono rispettivamente al grado 2 e al grado 5; le classi III della scuola secondaria di secondo grado al grado 8, mentre le classi II e V della scuola secondaria di secondo grado rispettivamente al grado 10 e al grado 13. Ricordiamo, inoltre, che le prove INVALSI accertano i livelli generali e specifici di apprendimento in Italiano, Matematica e Inglese (listening e reading), in coerenza con le Indicazioni Nazionali e le Linee guida. Per Italiano e Matematica i livelli di competenza sono cinque, mentre per Inglese possono variare da due a tre e sono in linea con il Quadro comune europeo di riferimento per la conoscenza delle lingue (QCER). In sintesi, un livello spiega concretamente in quale misura uno studente è in grado di applicare le competenze, le conoscenze e le abilità apprese durante il suo percorso scolastico in determinati momenti. Secondo INVALSI i livelli 1 e 2 identificano un risultato non in linea con i traguardi previsti per il grado scolastico oggetto d’interesse, mentre il livello 3 rappresenta un esito della prova adeguato ai traguardi di apprendimento previsti dalle Indicazioni nazionali, infine i livelli 4 e 5 rappresentano il raggiungimento dei risultati di apprendimento più elevati.
Quindi, per esempio, se uno studente ha all’ultimo anno della secondaria di secondo grado ha raggiunto il livello 2 significa che al termine del proprio percorso di studi ha ottenuto un “risultato debole, non in linea con i traguardi di apprendimento posti al termine del secondo ciclo di istruzione.” Nello specifico per matematica la descrizione sintetica ritiene che “l’allievo/a conosce le principali nozioni previste dalle Linee guida e dalle Indicazioni nazionali di matematica per il primo biennio della scuola secondaria di secondo grado. Risponde a domande che richiedono semplici elaborazioni sui dati disponibili (es. confrontare grafici di vario tipo). Risolve problemi in cui occorre scegliere opportunamente i dati dal testo e utilizzare conoscenze matematiche possedute fin dai gradi scolari precedenti.”
INVALSI 2023: i risultati nella Scuola primaria
Come era già emerso nelle Rilevazioni del 2022, le ricadute della pandemia sugli apprendimenti dei nostri studenti non sono state trascurabili. Gli esiti della scuola primaria mostrano una situazione di indebolimento generalizzato in tutte le discipline osservate. Per quanto riguarda la II primaria (grado 2) gli esiti in Italiano e in Matematica sono in leggera flessione rispetto allo scorso anno ma decisamente più bassi rispetto al 2021 e al 2019. Per gli studenti di V primaria la rilevazione riporta esiti peggiori rispetto allo scorso anno in tutte le discipline.
All’inizio della primaria i livelli di apprendimento risultano simili in tutto il Paese per quanto riguarda la comprensione del testo, mentre si riscontrano delle differenze a svantaggio del Mezzogiorno rispetto all’apprendimento della Matematica.
Il divario territoriale aumenta al termine della V primaria, soprattutto in Matematica e in Inglese. Secondo i dati in Matematica circa il 63% (66% nel 2022) raggiunge almeno il livello base: Umbria, Molise, Provincia Autonoma di Trento e Friuli-Venezia Giulia sono le regioni con quote più elevate di studenti che raggiungono almeno il livello base; Calabria, Sicilia e Sardegna sono invece le regioni con le quote più basse.
Per quanto riguarda l’Inglese le regioni Calabria, Sicilia e Sardegna presentano le quote più elevate di studenti che non raggiungono il livello A1 sia nella prova di Reading sia in quella di Listening.
I divari territoriali rispetto alle rilevazioni precedenti rimangono molto ampi.
Un dato da non sottovalutare è il perdurare delle differenze negli apprendimenti tra scuole e tra classi, fenomeno più accentuato nelle regioni meridionali, soprattutto per quanto riguarda la Matematica e Inglese-listening.
INVALSI 2023: i risultati nella Scuola secondaria di primo grado
Gli esiti registrati nella scuola secondaria di primo grado ci raccontano essersi fermato il calo degli apprendimenti in Italiano e in Matematica anche se non si riscontra una decisa inversione di rotta. Mentre per quanto riguarda la lingua inglese i dati confermano un miglioramento.
A livello nazionale gli studenti che raggiungono risultati almeno adeguati, in linea cioè con quanto previsto dalle Indicazioni nazionali, sono per Italiano il 62% (+1 punto percentuale rispetto al 2022 e invariato rispetto al 2021), per Matematica il 56% (invariato rispetto al 2021-22), per Inglese-reading (A2) l’80% (+2 punti percentuali rispetto al 2022 e +4 punti percentuali rispetto al 2021) e per Inglese-listening (A2) il 62% (+3 punti percentuali rispetto al 2022, +5 punti percentuali rispetto al 2021 e +11 punti rispetto al 2018).
Rimangono molto marcati i divari territoriali. In diverse regioni del Mezzogiorno la quota di studenti che non raggiunge almeno il livello 3 è molto elevata, infatti in alcune regioni (in particolare Campania, Calabria, Sicilia e Sardegna) troviamo un ampio numero di studenti che presentano livelli di risultato molto bassi (al massimo livello 2), percentuale che per Italiano si attesta attorno al 50% della popolazione scolastica, al 55-60% in Matematica, al 35-40% in Inglese-reading e al 55-60% in Inglese-listening (non raggiungono l’A2).
I divari territoriali non evidenziano solo la maggiore presenza di studenti fragili ma riscontrano anche una minore presenza delle eccellenze.
Anche quest’anno il Rapporto sottolinea il perpetuarsi di forti disuguaglianze di opportunità di apprendimento nel Sud Italia, sia in termini di diversa capacità della scuola di ridurre l’effetto delle differenze socio-economico-culturali sia in termini di differenze tra scuole e, soprattutto, tra classi.
INVALSI 2023: i risultati nella Scuola secondaria di secondo grado
Se per le classi seconde della scuola secondaria di secondo grado si evidenzia una contrazione generalizzata degli esiti, per le ultime classi (grado 13) i dati registrano l’arresto del calo degli apprendimenti per Matematica e Italiano riscontrato tra il 2019 e il 2021. Mentre per la lingua Inglese si rileva un costante e diffuso miglioramento.
Per quanto riguarda gli studenti dell’ultimo anno della scuola secondaria di secondo grado i risultati a livello nazionale ci dicono che: in Italiano il 51% degli studenti (-1 punto rispetto al 2022) raggiunge almeno il livello base (livello 3 in su), si registrano forti differenze tra Nord e Sud dove il divario è di ben 23 punti percentuali; in Matematica il 50% degli studenti (invariato rispetto al 2022) ottiene almeno il livello base (livello 3 in su), in questo caso il divario tra le aree del Paese raggiunge i 31 punti percentuali; in Inglese il 54% degli studenti raggiunge il B2 nella prova di reading (+2 punti percentuali rispetto al 2022) e il 41% in quella di listening (+3 punti percentuali rispetto al 2022).
Dispersione implicita: i dati del 2023
La dispersione implicita, ovvero ragazze e ragazzi che pur conseguono un titolo di studio secondario di secondo grado non raggiungono livelli di apprendimento nemmeno lontanamente sufficienti per esprimere scelte e comportamenti in grado di interagire con consapevolezza nella società, registra nel 2023 un netto miglioramento.
Nel 2022 la dispersione implicita si attestava al 9,7% (-0,1 punti percentuali rispetto al 2021) per poi scendere all’ 8,7% nel 2023. Come si legge nel Rapporto, in termini comparativi, il calo maggiore della dispersione implicita si registra in Calabria (-5 punti percentuali), in Puglia (-2,9 punti percentuali), Sardegna (-2,8 punti percentuali) e Sicilia (-2,4 punti percentuali). Tuttavia, le differenze assolute a livello territoriale rimangano molto elevate: Campania (19%), Sardegna (15,9 %), Sicilia (13,6%), Calabria (13 %) e Basilicata (10,6 %).
Dispersione esplicita: i dati del 2023
Buone notizie anche per quanto riguarda la dispersione esplicita. La quota di popolazione di età compresa tra i 18 e i 24 anni con titolo di studio non più alto dell’istruzione secondaria inferiore e non inseriti in programmi di educazione e formazione (ELET – Early Leavers from Education and Training) sembra avvicinarsi al traguardo fissato dal PNRR alla fine del 2025 (10,2%).