Alla fine di settembre 2023, su IlSole24ore, l’autorevole quotidiano italiano specializzato in economia e finanza, è apparso un articolo dal titolo “Crisi climatica falcia la produzione di olio d’oliva: prezzi alle stelle”. La notizia è stata ripresa da altri importanti quotidiani anche internazionali, come il prestigioso New York Times.
I prezzi delle principali materie prime vengono raccolti e pubblicati ogni mese dal Fondo Monetario Internazionale. Questi dati rilevano che tra il 2022 e il 2023 il prezzo mondiale dell’olio di oliva extravergine è aumentato del 130%, raggiungendo 8.900 dollari alla tonnellata (equivalente a 8,34 euro al kg).
Per comprendere le cause di questo aumento record del prezzo dell’olio d’oliva è utile ricordare i meccanismi di funzionamento del mercato concorrenziale. In tale mercato, il prezzo è il risultato dell’interazione tra la domanda e l’offerta. Se la domanda aumenta, i prezzi aumentano e viceversa. Se l’offerta si riduce, il prezzo aumenta e viceversa.
Nel mercato dell’olio di oliva si stanno sommando due effetti:
- la domanda mondiale di olio di oliva è in crescita, e ciò esercita una pressione al rialzo dei prezzi;
- una fortissima pressione al rialzo dei prezzi proviene dalla riduzione dell’offerta. Riduzione dovuta alla pessima produzione della campagna olearia 2022-23 e alle previsioni negative per il prossimo futuro.
La domanda che ci dobbiamo porre è: perché la produzione si è ridotta in modo importante? La risposta sembra tutta da ricondurre ai cambiamenti delle condizioni climatiche che stanno interessando il Mediterraneo, area nella quale si concentra la maggior produzione mondiale di olio di oliva. L’aumento delle temperature, la siccità prolungata e le piogge nei mesi in cui i fiori diventano frutti, hanno ridotto la produzione spagnola (primo produttore del mondo) di oltre il 50%, la produzione italiana (secondo produttore del mondo) di circa il 30% e a seguire le produzioni di Grecia, Tunisia e Marocco.
Il clima dunque sta condizionando le produzioni agricole in modo molto rapido e questo ha delle ripercussioni immediate sui prezzi. L’aumento dei prezzi riduce la capacità di spesa delle famiglie, consentendo loro di acquistare minori quantità di beni.
Ecco dunque che ai cambiamenti climatici possiamo anche associare un effetto economico negativo: l’impoverimento delle famiglie. Tale impoverimento non è però simmetrico, ossia non interessa tutte le famiglie nello stesso modo. Esso colpisce maggiormente le famiglie più povere e le famiglie con redditi fissi.
ATTIVITÀ:
Oltre all’olio extra vergine d’oliva anche altri beni alimentari hanno registrato degli aumenti di prezzo nel corso dell’ultimo anno.
Collegati alla relativa sezione del sito dell’Istat. Dal menu a tendina “misura”, che trovi in alto a sinistra nella pagina, seleziona “valori percentuali tendenziali”.
In ogni colonna, troverai le variazioni dei prezzi in Italia di tutti i principali prodotti alimentari rispetto all’anno precedente (ad esempio nella colonna 2023-09, trovi le variazioni di prezzo tra settembre 2022 e settembre 2023. Nella colonna 2023-08, troverai le variazioni di prezzo tra agosto 2022 e agosto 2023. E così via).
Costruisci una tabella come quella proposta di seguito e indica quali sono stati i tre beni alimentari che nell’ultimo mese (riportato nell’ultima colonna di destra) hanno avuto i maggiori aumenti, indicando il valore dell’aumento.
Dopo aver riportato le informazioni, quale può essere la spiegazione?