Learning loss: perdita di apprendimento o perdita di occasioni di apprendimento?

Learning loss: perdita di apprendimento o perdita di occasioni di apprendimento?

In campo educativo, nel corso dell’ultimo anno il concetto di learning loss è prepotentemente balzato agli onori delle cronache, tanto da guadagnare spazio sui titoli dei media generalisti. Ma cosa si intende per learning loss

Come vedremo, si tratta di un concetto utile e insidioso al tempo stesso. Da un lato, sulla base di una definizione apparentemente chiara e plausibile di un processo complesso come l’apprendimento, il learning loss può consentire l’acquisizione di informazioni potenzialmente utili per orientare le scelte di insegnanti, dirigenti e istituzioni educative. D’altro canto, lo schematismo che caratterizza il concetto rischia, se non adeguatamente controbilanciato da un adeguato senso della misura, di supportare un approccio semplicistico alle questioni educative, con ricadute negative sui processi di insegnamento e apprendimento.

Con learning loss facciamo riferimento allo scarto tra il livello di conoscenze, abilità o competenze accertato prima e dopo l’interruzione delle attività scolastiche. Fino al 2020, il learning loss coincideva sostanzialmente con il summer learning loss dato che, prima della pandemia, l’unica interruzione sufficientemente ampia da consentire una stima degli effetti era rappresentata dalla pausa estiva. A partire dalla primavera del 2020, l’attenzione si è spostata al tentativo di misurare l’impatto del lockdown sugli apprendimenti di studentesse e studenti.

Gli studi condotti sul summer learning loss suggeriscono che la “perdita” non riguardi tutta la popolazione studentesca allo stesso modo, ma sia correlata alle occasioni di apprendimento offerte dal contesto extrascolastico. Confrontando i punteggi ai test di fine anno scolastico con quelli dopo le vacanze estive, le ricerche rivelano che mediamente gli studenti con un basso stato socioeconomico presentano un peggioramento più marcato rispetto agli altri. Inoltre, il peggioramento nel corso della pausa estiva è più contenuto nella scuola primaria.

Allo scopo di stimare il learning loss causato dalla pandemia, l’INVALSI ha confrontato i test somministrati nel 2021 con quelli del 2019. Sebbene le indagini INVALSI, diversamente da quanto avviene nelle classiche ricerche learning loss, non siano longitudinali (prevedono che le prove vengano somministrate a differenti soggetti, per esempio, a quelli frequentanti la quinta primaria nel 2019 e a quelli frequentanti la stessa classe nel 2021), i risultati raccolti sono coerenti rispetto alla letteratura di riferimento. Infatti, le “perdite” relative registrate dall’INVALSI tendono a concentrarsi nelle scuole secondarie, mentre nella scuola primaria non vengono riscontrati peggioramenti. Inoltre, i peggioramenti riguardano soprattutto soggetti e contesti già in difficoltà: a mostrare le maggiori “perdite” sono soprattutto studenti e studentesse dal basso livello socioeconomico e aree che già evidenziavano bassi livelli di rendimento.

Il learning loss può essere dunque estremamente utile per analizzare l’iniquità e la povertà educative, dato che consente di raccogliere informazioni sull’ampliamento delle differenze negli apprendimenti tra diversi contesti e tra diverse categorie di soggetti. Tuttavia, come accennato, vanno tenuti ben presenti anche i limiti di un simile approccio. In primo luogo, non venendo descritti i processi di insegnamento e apprendimento, è scorretto attribuire perdite o guadagni a determinate metodologie didattiche o a specifici soggetti o contesti. In secondo luogo, l’impiego di prove oggettive taglia fuori dall’orizzonte visivo elementi essenziali nello sviluppo di competenze, una scelta che rischia di impoverire i processi didattici. 

In generale, appare ragionevole controbilanciare i limiti di tale approccio dando voce ai soggetti coinvolti nei processi di insegnamento e apprendimento. Se non chiediamo a dirigenti, docenti, studentesse, studenti e famiglie di esplicitare quali difficoltà hanno incontrato nel corso della pandemia, sarà davvero difficile “recuperare” occasioni di apprendimento e rischieremo al contrario di confondere gli effetti della distanza con quelli della didattica.

Abbiamo organizzato un webinar per fare il punto sulle prospettive educative della scuola post-Covid in cui, insieme al prof M.Castoldi, discuteremo su come affrontare la perdita degli apprendimenti e potenziare le occasioni di apprendimento, al di là e ben oltre i tradizionali percorsi di recupero. 

9 settembre 2021 ore 17:30 – Come affrontare la perdita degli apprendimenti (M. Castoldi, C. Corsini)
Il webinar è gratuito ed è possibile iscriversi qui: https://bit.ly/PerditaApprendimenti


Per approfondimenti su questi temi abbiamo realizzato un corso online con l’obiettivo di fornire indicazioni pratiche e suggerimenti su come realizzare efficaci percorsi di recupero e rinforzo delle competenze di base.
STRATEGIE PER IL RECUPERO E IL POTENZIAMENTO DEGLI APPRENDIMENTI 
Formatori: B. Alaimo, G. Bolondi, M. Castoldi, C. Corsini, F. Dragotto, V. Felici, C. Gueli, A. Rucci, 
Scopri di più: https://bit.ly/StrategieRecupero

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