Cyberbullismo: come insegnare la consapevolezza? Intervista a Barbara Laura Alaimo

Cyberbullismo: come insegnare la consapevolezza? Intervista a Barbara Laura Alaimo

Cosa dice la legge sul cyberbullismo? Come possiamo noi educatori aumentare la consapevolezza di come si utilizza la rete ed educare i ragazzi a scoprirne opportunità e rischi?
Barbara Laura Aliamo, pedagogista, counselor ed esperta di cyberbullismo, ci racconta quali sono gli strumenti utili per riconoscere il bullismo e il cyberbullismo, come interpretare la legge 71/2017, quale strategia attuare per contrastarlo nelle proprie aule e come il corso Cyberbullismo ed educazione al digitale offra soluzioni pratiche per l’uso dei media e del web nell’insegnamento.


La legge 71/2017 riconosce alla scuola e ai docenti un ruolo fondamentale nella prevenzione di bullismo e cyberbullismo. Cosa cambia per i docenti?
La legge 71/2017 sul cyberbullismo innanzitutto ci dà una definizione precisa di cosa è il cyberbullismo “qualunque forma di pressione, aggressione, molestia, ricatto, ingiuria, denigrazione, diffamazione, furto d’identità, alterazione, acquisizione illecita, manipolazione, trattamento illecito di dati personali in danno di minorenni, realizzata per via telematica” e include anche nel cyberbullismo i comportamenti di isolamento ed esclusione.
Il minore con più di 14 anni o chi esercità la responsabilità su di lui può chiedere in tempi rapiti “l’oscuramento, la rimozione o il blocco di qualsiasi altro dato personale del minore, diffuso nella rete internet”.
La norma ha un forte carattere “educativo”, più che “repressivo”: la misura sanzionatoria prevista nei confronti del minore che abbia compiuto atti di cyberbullismo è infatti rappresentata dall’ammonimento.
Inoltre, identifica la scuola come il luogo privilegiato di formazione e promozione di un uso consapevole della rete.

Il bullismo – ed ora il cyberbullismo – è un fenomeno nuovo o ha solo assunto un nuovo aspetto con l’avvento delle nuove tecnologie?
Il bullismo è un fenomeno che riguarda le relazioni e che possiamo affermare che sia sempre esistito. Negli anni però ne siamo divenuti sempre più consapevoli e abbiamo iniziato a vederne gli effetti sulle vittime e su chi ne è spettatore. Il web e i social hanno reso evidente questo fenomeno: non possiamo ignorarlo o considerarlo semplicemente come “qualcosa che succede”.
Il cyberbullismo perpetrato attraverso le nuove tecnologie non è un fenomeno diverso dal bullismo, ma ha a disposizione strumenti che ne amplificano gli effetti, quali la rapidità di condivisione e la possibilità di raggiungere un numero elevato di persone.

Come possono gli educatori aumentare la propria consapevolezza di come si utilizza la rete e quindi educare i ragazzi a scoprirne opportunità e rischi?
Chi ha un compito educativo ha il dovere di informarsi: come conosciamo il codice della strada, bisogna oggi conoscere le regole di internet: condizioni di utilizzo, età di iscrizione, indici PEGI (Pan European Game Information) che ci dicono da quando è possibile utilizzare un videogioco; netiquette, opzioni privacy. Siamo noi che scegliamo cosa condividere e mostrare agli altri, e ne dobbiamo essere consapevoli.
Informarsi significa conoscere e capire i linguaggi. Non ci sono manuali per imparare, ma si apprende in modo esperienziale, facendo, sperimentando, provando.
Informarsi è importante, ma non basta. La tecnologia cambia velocemente, ma resterà sempre la voglia comunicare e mettersi in relazioni: in questo siamo noi adulti le persone competenti. L’educazione emotiva è uno dei fattori protettivi più potenti, anche per i rischi del web. Dobbiamo essere una presenza autorevole e sicura, i ragazzi devono sapere che ci siamo se hanno qualche problema.
Infine ricordiamo che “prevenire è meglio che curare” ma promuovere competenze è ancora più efficace: il pericolo più grande è di perdere le opportunità di usare creativamente e responsabilmente gli strumenti. La vera sfida è promuovere un uso creativo, attivo e responsabile della rete.

Quali sono le competenze pratiche che un docente può assimilare dopo avere seguito il corso on line Cyberbullismo ed Educazione al Digitale proposto da Deascuola?

I docenti che parteciperanno al percorso, attraverso il lavoro individuale e il confronto con il docente e il gruppo:
– sapranno riconoscere i fenomeni del bullismo e del cyberbullismo;
– grazie alla presenza dell’Avvocata Tropea, consolideranno le proprie conoscenze legali circa questi due fenomeni;
– sapranno valorizzare e promuovere nei confronti degli studenti l’uso delle tecnologie, pur non sottovalutandone i rischi;
– acquisiranno strumenti per prevenire i rischi relativi all’uso della rete;
– aumenteranno la consapevolezza del proprio ruolo educativo e di accompagnamento nell’uso della rete e delle nuove tecnologie;
– sapranno infine progettare ed attuare percorsi efficaci di prevenzione e contrasto del cyberbullismo e bullismo.

 

Info e iscrizioni al Corso Cyberbullismo ed Educazione al Digitale: formazione.deascuola.it/cyberbullismo-ed-educazione-al-digitale/

Leggi anche

Appunti per la scuola #14 Come funziona l’anno di prova e di formazione?
Il concorso "Espressioni Matematiche": partecipa con la tua classe!
Matematica per tutte le persone - IDM 2023. Le videointerviste
La siccità tra Geometria e Statistica
Pi Greco Day: matematica per tutte le persone
Appunti per la scuola #3 PNRR: è solo la prima fase