La comunità scientifica è concorde nell’affermare che il mondo si è surriscaldato in media di circa 1°C dal 1850 ad oggi e che dal 1950 il riscaldamento corre assai velocemente. Anche la causa del riscaldamento è ben nota: sono le attività antropiche, che hanno portato a un rapido aumento della concentrazione di gas a effetto serra in atmosfera, alterando l’effetto serra naturale e portando a un altrettanto repentino surriscaldamento del pianeta. Tutto ciò sta provocando riduzione (in alcuni casi, scomparsa) dei ghiacciai montani, innalzamento del livello dei mari, intensificazione degli eventi climatici estremi, biodiversità in declino, e altre conseguenze nell’ecosistema.
Esistono regioni, però, in cui il riscaldamento è stato più intenso della media (anche del doppio), come pure gli effetti ad esso associati.
L’area del Mediterraneo, che comprende l’Italia, è una di queste, si sono verificate e si verificano una serie di eventi come l’aumento degli estremi caldi di temperatura e la diminuzione di quelli freddi, l’aumento della durata dei periodi con precipitazione scarsa o assente e allo stesso tempo dei fenomeni di precipitazione intensa. Tutti questi fenomeni hanno portato a una serie di impatti a catena su salute, agricoltura, foreste, risorse idriche, ecosistemi e gli habitat che essi ospitano.
In questo contesto, vale la pena fare l’esempio delle montagne come zone particolarmente sensibili ai cambiamenti del clima e in cui gli effetti potranno essere più intensi in futuro mettendo a rischio ambiente e società umane.
Le montagne, infatti, sono profondamente connesse alle regioni di pianura attraverso i beni e i servizi che naturalmente forniscono, primo fra tutti l’acqua. In Italia, ad esempio, Alpi e Appennini costituiscono le principali riserve di acqua dolce per le regioni di pianura. L’aumento di temperatura amplificato nelle regioni di alta quota, i cambiamenti nei regimi di precipitazione e di fusione nivale, il ritiro dei ghiacciai…non potranno che portare a seri problemi di approvvigionamento idrico (oltre che all’acuirsi di situazioni di rischio, come quello geoidrologico, ma non solo) sia sul breve che sul lungo termine.
Nel webinar del 29 ottobre 2019 affronteremo il tema del riscaldamento globale e dei cambiamenti climatici, approfondendo il problema dei loro impatti sull’ambiente e sugli ecosistemi, partendo dal contesto globale per spostare poi l’attenzione sull’area del Mediterraneo, sull’Italia e sulle montagne in particolare.