Con i seminari on line I Lunedì Digitali, proposti da quest’anno da Deascuola, abbiamo illustrato le principali piattaforme digitali free presentandole in base alle loro funzionalità d’uso nella didattica con esempi di lezione: uno stile di insegnamento accattivante, coinvolgente e pratico può dare vita ad uno stile di apprendimento davvero innovativo, cooperativo e inclusivo che sarà fonte di maggior successo e soddisfazione per i docenti e per gli studenti. Laura De Biaggi, docente di Matematica e Fisica, esperta di Coding, innovazione didattica e formatrice, che ha tenuto gli webinar risponde qui alle domande che i partecipanti le hanno posto.
Durante il primo webinar l’argomento trattato è stato la condivisione e la collaborazione in classe. Collaborare in classe fa la differenza: la didattica diventa davvero inclusiva quando il Cooperative Learning entra a far parte del lavoro quotidiano di un gruppo che cresce insieme, a partire dalle semplici consegne fino alle richieste e ricerche più complesse.
In questo webinar abbiamo esplorato Google Drive, uno spazio di archiviazione e condivisione di documenti. Tra le app che Google mette a disposizione come Fogli, Presentazioni e Moduli ci siamo poi soffermati in particolare su Documenti di Google che oltre a presentarsi come un programma di videoscrittura in cloud, quindi sempre raggiungibile via web, mette a disposizione strumenti particolarmente utili per gli insegnanti e studenti come la digitazione vocale. Può essere uno strumento molto utile per l’insegnante per scrivere velocemente delle note per preparare le lezioni. Oppure può essere uno strumento ideale per i ragazzi che hanno difficoltà nel prendere appunti, per gli alunni DSA, o per chi era assente in classe durante la lezione. Un aspetto molto importante di questa app di Google è la possibilità di collaborare sullo stesso documento: i documenti possono essere condivisi, aperti e modificati da più studenti e questo favorisce la scrittura collaborativa. Abbiamo poi esplorato Dropbox, uno spazio di condivisione ma che manca dell’aspetto collaborativo di Google Drive. Abbiamo infine utilizzato Padlet, una bacheca digitale condivisibile con più persone per brainstorming, per assemblare lezioni multimediali, per cooperative learning.
Nel secondo appuntamento con i Lunedì Digitali abbiamo visto come creare delle efficaci videolezioni per la classe presupposto per la classe capovolta dove la videolezione, in particolare nella fase di Attivazione assume un importante ruolo. Per avere maggiori informazioni su questa metodologia e avere utili indicazioni su come impiegarla in classe, vi suggerisco il libro “Flipped Classroom – un nuovo modo di insegnare e apprendere” di Graziano Cecchinato, edito da Utet Università.
Il primo strumento mostrato durante il webinar è stato Screeecast-O-Matic un servizio online che permette di registrare lo schermo del computer che nella versione gratuita permette di registrare video e audio della durata massima di 15 minuti. Abbiamo poi utilizzato YouTube che oltre a contenere oltre 10.000 video educativi offre la possibilità di creare un canale registrandosi con un account Google. Sul canale di classe ad esempio è possibile caricare delle videolezioni create con Screeecast-O-Matic o comunque altri video. Grazie a due utili strumenti è possibile sia unire più video inserendo scritte in sovra-impressione e musica, che slideshow sempre con musica e transizioni di diversa tipologia. Abbiamo infine utilizzato Edpuzzle: un sito e un’app per creare videolezioni che permette di caricare video da Youtube, TED, National Geographic, Khan Academy e altre piattaforme. E’ possibile apportare dei tagli ai video e aggiungere audio e domande. Vi è poi il grande vantaggio di condividere le vidolezioni così create con i propri studenti creando delle classi virtuali.
Nel terzo Lunedì Digitale abbiamo parlato di come fare didattica attraverso lo storytelling e dell’utilità e della modalità di utilizzo della narrazione in classe. Il Digital Storytelling ovvero la narrazione realizzata con strumenti digitali consiste nell’organizzare contenuti selezionati dal web in un sistema coerente, retto da una struttura narrativa, in modo da ottenere un racconto costituito da molteplici elementi di vario formato (video, audio, immagini, testi, mappe, ecc.).
Siamo partiti da Blendspace una piattaforma dove è possibile inserire diverse tipologie di contenuti multimediali in tante caselle che possono essere aperte all’occorrenza. Esso rappresenta un utile strumento sia per la flipped classroom che per una didattica frontale. Il formato a caselle ben si adattano al racconto di una storia interattiva. In Blendspace è anche possibile creare classi virtuali con test autocorrettivi.
Siamo poi entrati in Storify, un web tool che presenta un’interfaccia molto intuitiva, utile per raccogliere informazioni su un determinato argomento o raccontare una storia. Questo strumento permette di inserire testi, link, commenti tra le varie news trovate sul Web e di raccontare una storia anche tramite i social media (Twitter, Facebook, YouTube e Instagram). Ricerca di contenuti tramite hashtag, profili, tag e parole chiave.
Abbiamo infine utilizzato Scratch, il linguaggio di programmazione visuale a blocchi creato dall’Università MIT di Boston, adatto anche per creare storie animate con diversi sfondi, dialoghi e musica. Rivolgendoci soprattutto per agli alunni del primo ciclo, abbiamo mostrato alcuni esempi tratti dalla gallery delle storie proposte da Andrea Ferraresso.