Un modello sperimentale di integrazione scolastica

Un modello sperimentale di integrazione scolastica

Deascuola, impegnata sul tema dell’inclusione scolastica, ha piacere di sottoporre all’attenzione delle scuole di Lombardia, Friuli-Venezia Giulia, Veneto, Liguria, Campania e Puglia una importante iniziativa sull’integrazione di bambini con disturbo dello spettro autistico, a cura dell’IRCCS Medea, sezione dell’Associazione La nostra famiglia, centro di eccellenza in Italia per la riabilitazione in età evolutiva.

Come saprete, il decreto legislativo 66/17 è intervenuto in modo significativo nel definire il concetto di disabilità, mettendo in relazione la condizione di salute e il contesto.  La collaborazione con il centro Medea va proprio nella direzione di lavorare alla rimozione degli ostacoli che possano impedire il pieno sviluppo della persona.

Allarghiamo la squadra!

Le relazioni tra scuola, servizi sociali, sanitari e famiglie sono cruciali per ottenere le sinergie necessarie per la realizzazione del “Progetto individuale/Progetto di vita” dei bambini con disabilità. Impacci burocratici, ma anche difficoltà pratiche e organizzative, lasciano la scuola spesso da sola. Appare dunque fondamentale che un approccio multidisciplinare e un ampio dialogo multi professionale divenga una buona prassi e non un’eccezione. A quale fine? Affinché l’inclusione scolastica e sociale possa funzionare!

Un dato di fatto è che sui progetti di inclusione non sempre ci sono modalità condivise di valutazione dell’efficacia, spesso sono oggetto di giudizi di carattere episodico ed esperienziale.

I nuovi decreti legislativi (D.L. 66/17 e modifiche del 96/19) hanno ribadito con forza la necessità che i processi di inclusione scolastica siano sviluppati a partire dall’adozione della Classificazione Internazionale del Funzionamento della Disabilità e della Salute (ICF, OMS) e vedano attivamente coinvolti le istituzioni scolastiche e sanitarie in una operatività “family centered”.

Partendo dalle precedenti sollecitazioni e bisogni l’IRCCS Medea in qualità di unico istituto scientifico italiano riconosciuto per la ricerca e la Riabilitazione dedicato all’età evolutiva, sezione dell’Associazione La Nostra Famiglia, ha sviluppato e sta sperimentando il prototipo di un modello di presa in carico psico-sociale e integrazione scolastica di bambini con Disturbo dello Spettro Autistico di età compresa tra i 3 e i 14 anni. I bambini in questione frequentano la scuola dell’infanzia, primaria e secondaria di primo grado di alcuni Comuni della Provincia di Lecco, presso Istituti Comprensivi territorialmente vicini alla sede istituzionale dell’Associazione.

Il modello a oggi prevede un’organizzazione pre-definita di incontri tra componenti dell’equipe socio-sanitaria (assistente sociale – psicologo dell’età evolutiva – neuropsichiatra) e gli operatori scolastici coinvolti nel processo di inclusione.

A partire dalla descrizione del funzionamento del bambino, e dunque, a seguito della definizione delle componenti della salute e del benessere secondo l’ICF, è stata attivata la collaborazione individuando obiettivi di intervento concreti e formalizzabili, volti a ottenere un adeguato sostegno educativo e a offrire ambienti di apprendimento adattivi che tengono conto delle differenze interindividuali.

All’interno del progetto è stato sperimentato uno strumento di outcome (cioè uno strumento per verificare in che grado gli obiettivi dichiarati di uno specifico programma o progetto sono, o non sono, raggiunti) di facile applicazione: Goal Setting Approach and Goal Attained ScaleGAS (Turner-Stokes et al., 2009).  Il GAS consente, per il modo in cui è costruito, di individuare e individualizzare indicatori pre e post processo di inclusione, al fine di valutare l’efficacia delle azioni che gli operatori scolastici si ponevano come obiettivo condiviso con l‘equipe clinica e la famiglia. Tale strumento permette la misurazione del grado di raggiungimento degli obiettivi centrati sul paziente e ne permette facilmente la rilevazione quantitativa del loro livello di raggiungimento. Caratteristica importante dello strumento è la completa adattabilità al singolo bambino e al singolo contesto, purché sia preventivamente adottata una valutazione basata sui criteri ICF.

La sperimentazione del modello sopra descritto ha portato, per tutti i casi attivati, a rendere manifesto un elevato livello di collaborazione concreta, su obiettivi misurabili, tra operatori della sanità e della scuola. Raccogliendo i dati di soddisfazione delle scuole è emerso che, per queste ultime, tale collaborazione ha modificato, nella direzione di uno sgravio, la percezione del carico di assistenza percepito.

Questo modello, che rappresenta a oggi a tutti gli effetti una “buona prassi” che rende effettivo un approccio multidisciplinare al fine di raggiungere una buona qualità dell’inclusione, è auspicabile possa trovare altri momenti di applicazione e di confronto. Esso infatti unisce concretamente, nella pratica quotidiana, due realtà professionali imprescindibili, scuola e sanità, necessarie per il successo dei percorsi di inclusione di alunni con disabilità, e offre concrete esperienze su come implementare sinergicamente la logica ICF al servizio della persona con disabilità.

Il progetto, che come abbiamo detto è in sperimentazione a Lecco e Provincia, nei prossimi mesi verrà esteso alle altre sedi dell’Associazione, in Lombardia (12 sedi) e successivamente nelle altre Regioni dove siamo presenti: Friuli-Venezia Giulia, Veneto, Liguria, Campania, Puglia (per un totale di 16 sedi).

Per sapere se siamo presenti nel vostro territorio è possibile consultare il nostro sito internet.

Contatto di riferimento: Dott.ssa Maria Enrica Sali 
Mail: direzione.sanitaria@lanostrafamiglia.it 

Deascuola, in qualità di ente formatore accreditato per la formazione, si impegna da anni nella formazione dei docenti sui temi dell’inclusione e ha sviluppato un’offerta variegata di formazione su questi temi, seminari, webinar online, veri e propri corsi da organizzare nelle scuole.

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