Ponti di pace - Nord Europa

Ponti di pace - Nord Europa

Proseguiamo il nostro giro a tappe per tutti i Paesi d’Europa, esclusa l’Italia, alla scoperta di un ponte per ogni Stato. Esploreremo importanti aspetti materiali e simbolici di queste infrastrutture.
La costruzione di un ponte è sempre una scommessa, non solo per le difficoltà tecniche e logistiche da superare, ma anche per le nuove possibilità che il superamento di un ostacolo fisico può riservare all’umanità. Sicuramente un nuovo ponte può garantire nuove opportunità economiche, e facilitare i trasferimenti di persone e di merci. Ma lo sforzo costruttivo e gli investimenti a volte colossali rivelano anche altro, perché si possono costruire ponti tra culture diverse, tra popolazioni che professano fedi, lingue e costumi differenti. In qualche modo, i ponti sono sempre ponti di pace, e se ancora la pace non c’è, un ponte può contribuire a crearla e a consolidarla.

Paesi Bassi – Hovenring

Eindhoven, Paesi Bassi

Nel Paese in cui la bicicletta è forse il mezzo di trasporto più popolare, si costruiscono infrastrutture dedicate al traffico ciclistico sconosciute nel resto dell’Europa. Una di queste è l’Hovenring di Eindhoven, una rotonda sopraelevata aperta al pubblico nel 2012, che consente ai ciclisti di passare una rotatoria dove convergono strade diverse, senza l’interferenza dei veicoli a motore.

La forma circolare del ponte ha una forte personalità, perché la municipalità voleva un vero e proprio monumento iconico per valorizzare un polo tecnologico dove si concentrano aziende innovative. L’Hovenring è un ponte strallato, in cui delle funi metalliche inclinate (gli stralli), tutte legate a un alto traliccio centrale, sostengono l’impalcato, ossia il piano su cui circolano le biciclette. Il ponte assume la forma di una giostra o di un’astronave, che brilla di notte grazie a un’illuminazione che ne sottolinea la struttura.

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Belgio – Hoofdbrug

Gand, Belgio

L’Hoofdbrug è un piccolo ponte nel centro di Gand che consente di attraversare la Lieve, l’antico canale artificiale scavato a partire dal 1251 per collegare la città con il Mare del Nord. L’Hoofdbrug non è tra i monumenti più celebri del cuore medievale di Gand (o Gent in neerlandese): è poco più di una passerella, più volte ricostruita nei secoli con tecniche diverse, ma è noto come “Ponte delle decapitazioni” perché nei suoi pressi venivano eseguite fino al Cinquecento le sentenze capitali.

La triste fama del ponte è però ingentilita da una leggenda del XIV secolo, secondo la quale a due condannati – padre e figlio – rei di avere guidato una sommossa, venne proposto di essere l’uno il boia dell’altro: chi dei due avesse decapitato l’altro avrebbe avuto salva la vita. Il padre decise di sacrificarsi, ma quando il figlio, tremante, alzò la spada per colpire il genitore, la lama si staccò e andò a conficcarsi sul ponte, che allora era in legno. Per l’emozione insostenibile entrambi morirono di crepacuore. Questa storia fu anche raffigurata in un dipinto ancora oggi conservato in un museo della città.

© Demeester (Creative Commons)

Lussemburgo – Ponte della granduchessa Carlotta 

Ponte rosso, Lussemburgo

Lussemburgo, capitale del granducato omonimo, sorge in un’area collinare. Il paesaggio urbano è movimentato: il centro antico sorge su un ripiano sopraelevato, circondato da avvallamenti percorsi da fiumi. Alcuni quartieri si stendono in conche, altri invece su altipiani. I ponti servono a collegare tra loro zone elevate della città, come nel caso del ponte dedicato alla granduchessa Carlotta, che oltrepassa la vallata del fiume Alzette e facilita le comunicazioni tra la parte occidentale e il quartiere orientale di Lussemburgo, dove sono stati costruiti gli edifici che ospitano le istituzioni dell’Unione Europea. 

Il ponte, di più corsie, rende possibile il passaggio di una linea tranviaria, di autoveicoli, ciclisti e pedoni. È composto da una rigida e massiccia struttura d’acciaio con due stampelle diagonali; ha una lunghezza di 355 metri, che ne fa la più lunga infrastruttura del genere al mondo. L’imponenza del ponte è sottolineata dal colore rosso con il quale è stato dipinto.

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Regno Unito – Peace Bridge

Londonderry, Irlanda del Nord

Un ponte può rappresentare una stretta di mano? Certamente sì, quando la tecnologia moderna viene messa al servizio dell’espressività e di una buona causa, come è avvenuto a Londonderry (Derry per i nazionalisti irlandesi). Nella città, il fiume Foyle è stato come una ferita aperta che per decenni ha separato due comunità opposte da un aspro conflitto: dal lato est gli unionisti protestanti fedeli alla Corona britannica, e dal lato ovest i nazionalisti cattolici.

Un accordo di pace ha concluso definitivamente la stagione degli attentati e delle violenze tra le parti in lotta; si è aperta così una stagione di equilibrata collaborazione politica e sociale tra le diverse componenti della popolazione nordirlandese. Il ponte della pace è una passerella ciclabile e pedonale: ha un andamento sinuoso e – visto dall’alto – ricorda due braccia che si protendono dalle sponde del fiume; ulteriore dinamismo è dato dal fatto che i pilastri di questo ponte sospeso sono inclinati in direzioni diverse.

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Irlanda – Ha’penny Bridge

Dublino, Irlanda

Alcuni ponti che attraversano Il fiume Liffey a Dublino sono dedicati alle glorie letterarie dell’Irlanda, dall’autore di opere teatrali Samuel Beckett a Seán O’Casey, patriota e cantore della working class dei primi del Novecento. James Joyce, ricordato da un altro ponte, seppe trasfigurare il fiume LIffey in un personaggio femminile in Finnegan’s Wake e in un testo in italiano scritto poco prima di morire. Le memorie letterarie si annidano nelle vie e nelle case che si affacciano lungo il fiume, che durante le ore di alta marea scorre al contrario, dalla costa verso l’interno.

Proprio dove il fiume passa nel cuore della città, vicino al Temple bar, quartiere pieno di birrerie e di locali frequentati fino a tarda ora, si trova l’Ha’penny bridge (ponte del mezzo penny), una passerella in ghisa del 1816 che prende il nome dal pedaggio richiesto un tempo ai pedoni per attraversarlo. Da cento anni però il ponte si può usare gratis, e quotidianamente sono migliaia i dublinesi e i turisti che lo attraversano. Chissà se questi passanti penseranno di tanto in tanto alle opere letterarie scritte nelle vie della città o rappresentate nei teatri del centro…

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Danimarca – Storebæltsbroen (Ponte sul Grande Belt)  

Korsør, Danimarca

Il ponte sul Grande Belt è un’opera che è stata in grado di cambiare le abitudini di un intero Paese, modificando la stessa percezione dello spazio e del tempo per chi viaggia all’interno della Danimarca. Prima ancora di essere un’opera di alta ingegneria è un articolato sistema di collegamento ferroviario e stradale – composto anche da un tunnel per il passaggio dei treni – tra le isole di Selandia e Fionia.

Questo collegamento ha avverato un sogno, quello di rendere possibile il passaggio tra la Danimarca continentale e quella insulare, dove si trova la capitale Copenhagen, senza la necessità di utilizzare i traghetti. Il traffico dei veicoli, inaugurato nel 1998 dopo 10 anni di lavori, a un anno dall’apertura del passaggio ferroviario, è servito da due infrastrutture saldate tra loro. Il ponte Est è sospeso, con una campata di ben 1,6 km, sotto cui possono passare navi molto grandi; il ponte Ovest ha piloni scatolati; la lunghezza complessiva è di ben 18 km.

Prima dell’apertura del ponte, la traversata del Grande Belt era compiuta in traghetto da 8000 veicoli al giorno, che sono diventati più di 30.000 con la nuova strada. Il ponte è diventato un’arteria fondamentale per i collegamenti tra la Scandinavia e il continente europeo (autostrada E20).

Danimarca -Storebæltsbroen

Svezia – Oresundbron

Malmö, Svezia

L’autostrada E20 collega la Svezia con la Danimarca mediante il ponte e la galleria di Øresund, che attraversano lo stretto omonimo tra Malmö e Copenaghen. L’intero percorso è lungo circa 15 km: il ponte strallato di 7,8 km oltrepassa la parte svedese dello stretto per raggiungere un’isola artificiale dove la via di comunicazione si inabissa in un tunnel che finalmente raggiunge il suolo danese.

L’infrastruttura è a due piani: in quello superiore viaggia il traffico su gomma, nella parte inferiore circolano i treni. L’opera è stata aperta al traffico il primo luglio 2000 e ha avuto il merito di promuovere in modo determinante la formazione di uno spazio economico internazionale danese e svedese in cui eccellono le aziende ad alta tecnologia.

Il viaggio tra i due Stati dura meno di un’ora, così molte persone native di Copenaghen si sono trasferite a Malmö, dove le case sono meno costose, e compiono in auto o in treno la tratta per tornare al lavoro nella città natale, grazie agli abbonamenti che consentono ai pendolari di viaggiare a prezzi calmierati.

Svezia-Oresundbron

Norvegia –  The Twist – Kistefos museet

Jevnaker, Norvegia

Poco a nord di Oslo si trova un museo di archeologia industriale e di arte moderna situato in un’area boscosa ricca di acque. Fino a metà del Novecento in questa zona erano attive una segheria e una fabbrica di pasta di legno. Gli impianti produttivi abbandonati erano praticamente intatti e vennero sfruttati come monumenti industriali, che costituiscono una testimonianza unica sulla vita della popolazione norvegese.

A questi manufatti si aggiunse anche una galleria di sculture all’aria aperta, composta da opere di artisti molto celebri a livello mondiale, come Fernando Botero e Yayoi Kusama. Il complesso museale dal 2019 può vantare una nuova sede per mostre d’arte, The Twist, che è unica nel suo genere: è allo stesso tempo una galleria, un ponte e una scultura con una forma che sembra derivare dalla torsione di un parallelepipedo. Questo edificio modernissimo e trasparente attraversa il fiume Randselva e fa parte di un percorso pedonale nella natura che collega tra loro tutti i monumenti del museo. 

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Fær Øer – Streymin

Isole Fær Øer

Il ponte più importante delle Fær Øer, una nazione con larga autonomia politica e amministrativa che fa parte del Regno di Danimarca, è lo Streymin, costruito tra il 1970 e il 1973 per collegare le isole di Streymoy e di Eysturoy, due tra le più importanti e popolose dell’arcipelago. Viene anche scherzosamente chiamato Ponte sull’Atlantico, perché attraversa uno stretto braccio di mare tra le due isole e dunque è una delle rare strutture a oltrepassare terre emerse diverse che affiorano nell’oceano. Attualmente il ponte ha perso gran parte della propria importanza, perché un tunnel sottomarino realizzato nel 2020 rende possibile un più rapido collegamento tra le due isole.

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Islanda – Brú Milli Heimsálfa

Hafnir, Islanda

L’islanda negli ultimi anni è diventata un’ambita meta turistica  per gli amanti della natura e dell’avventura, che ammirano le meraviglie della morfologia glaciale e vulcanica del paese nordico. Per esplorare le sue aree naturalistiche servono mezzi a quattro ruote motrici e un certo spirito di adattamento, sia per le condizioni climatico-ambientali sia per le strutture turistiche piuttosto spartane.

I luoghi più selvaggi e remoti si raggiungono su strade sterrate con pochissimi ponti: spesso i fiumi vanno guadati, seguendo paline segnaletiche nei punti più adatti. Ma tra i territori selvaggi dell’Islanda c’è un piccolo ponte che è diventato una curiosa attrazione per i turisti: è il Brú Milli Heimsálfa, cioè il Ponte tra i due continenti; si trova su una penisola brulla e quasi disabitata a un’ora d’auto dalla capitale Reykjavik.

In questo luogo è visibile la spaccatura che segna il limite tra la placca euroasiatica a est e la placca nordamericana. Più a sud il margine divergente si dipana sul fondo dell’Oceano Atlantico, dove ha formato la catena sottomarina della dorsale medioatlantica. Se si osserva l’immagine satellitare della penisola, si può notare che l’area non è segnata da una sola faglia, ma da diverse spaccature parallele; su una di queste si allunga il Ponte tra i due continenti e chi lo percorre può dire di avere compiuto un’importante traversata in pochi passi.

Islanda-Brú-Milli-Heimsálfa

Scopri altre informazioni sui ponti navigando nella carta interattiva.


Fare Geo

  • Raccogliete informazioni sul ponte di Riccardo Morandi, costruito nel 1967 a Genova sul corso del torrente Polcevera, e preparate una presentazione multimediale composta dalle seguenti slide:
    1. Chi era Riccardo Morandi? Per quali innovazioni costruttive divenne celebre? 
    2. Quali erano le caratteristiche del ponte sul Polcevera?
    3. Che cosa avvenne al ponte nel 2018 e con quali effetti?
    4. Che cosa avvenne in seguito?
    5. Considerazioni finali con riflessioni sulla gestione e la manutenzione delle infrastrutture.
  • Osservate una carta dell’Europa: in base agli elementi economici, politici e sociali di cui disponete, in quale punto del continente costruireste un ponte? Che funzione pratica e che significato simbolico avrebbe? Come lo chiamereste?

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