Ponti di pace - Europa balcanica e mediterranea

Ponti di pace - Europa balcanica e mediterranea

Proseguiamo il nostro giro a tappe per tutti i Paesi d’Europa, esclusa l’Italia, alla scoperta di un ponte per ogni Stato. Esploreremo importanti aspetti materiali e simbolici di queste infrastrutture.
La costruzione di un ponte è sempre una scommessa, non solo per le difficoltà tecniche e logistiche da superare, ma anche per le nuove possibilità che il superamento di un ostacolo fisico può riservare all’umanità. Sicuramente un nuovo ponte può garantire nuove opportunità economiche, e facilitare i trasferimenti di persone e di merci. Ma lo sforzo costruttivo e gli investimenti a volte colossali rivelano anche altro, perché si possono costruire ponti tra culture diverse, tra popolazioni che professano fedi, lingue e costumi differenti. In qualche modo, i ponti sono sempre ponti di pace, e se ancora la pace non c’è, un ponte può contribuire a crearla e a consolidarla.

SloveniaPonte a Solkan

Solkan (Salcano)

Le guerre del XX secolo hanno portato lutti e distruzione tra le alture intorno al fiume Isonzo, che scorre in Slovenia per gran parte del suo corso e poi entra in Italia presso Gorizia (versante italiano) e Nova Gorica (versante sloveno). Le due città sono di fatto unite dal 2007, quando la Slovenia, già membro dell’Unione Europea, è entrata nell’area Schengen e sono stati eliminati i controlli doganali al confine; il clima di collaborazione e distensione troverà il suo culmine nel 2025 per l’elezione di Gorizia e Nova Gorica a città europee della cultura.

Nel 2021 Il presidente italiano Mattarella e quello Sloveno Pahor hanno inaugurato una passerella ciclopedonale a Solkan (Salcano) che consente di raggiungere da Gorizia una pista ciclabile che affianca il corso dell’Isonzo (Soča in sloveno) fino a Kanal. L’Isonzo è anche attraversato, presso la passerella, dal più lungo ponte in pietra ad arcata unica del mondo. 

Bosnia – Stari Most

Mostar

Non poteva mancare, in questa nostra selezione, il ponte antico di Mostar sul fiume Neretva. Durante le guerre fratricide nella ex Iugoslavia degli anni Novanta esso venne distrutto proprio in quanto simbolo monumentale della convivenza pacifica interetnica. 

Lo Stari Most è un ponte ottomano in pietra costruito nel XVI secolo su commissione del sultano Solimano il Magnifico e venne concluso tra il 1566 e il 1567. A quei tempi per le sue dimensioni (24 m di altezza e 30 m di lunghezza) era ritenuto una delle migliori e più ardite opere di architettura del mondo. 

A partire dal 1991 il ponte fu preso di mira dalle truppe della fazione croata, che volevano calpestare e distruggere il concetto bosniaco di tolleranza. La convivenza tra cristiani ebrei e musulmani a Mostar era durata ben 400 anni. Lo Stari Most infatti non era un obiettivo militare, dato che il confine tra l’area a maggioranza cristiana e quella a prevalenza musulmana non correva lungo il fiume e sul ponte ma altrove nella città di Mostar. Il ponte divenne un bersaglio, fino alla sua distruzione che avvenne nel novembre del 1993. Dopo la fine delle ostilità, a Mostar si è avviato un periodo di distensione non privo di difficoltà. Lo Stari Most e molti monumenti storici del centro sono stati ricostruiti con il contributo di vari Paesi, in particolare dell’Italia. Il ponte venne nuovamente inaugurato nel 2004 e dall’anno seguente è entrato a far parte del Patrimonio dell’Umanità dell’UNESCO.

Bosnia-Mostar-Stari-Most

Montenegro – Ponte Djurdjevica Tara

Budečevica e Trešnjica

In una zona impervia nel Nord del Montenegro fu costruito tra il 1937 e il 1940 il ponte ad archi di cemento che attraversa la profonda gola del fiume Tara. Le maestranze, in gran parte locali, erano dirette dall’ingegnere italiano Isacco Russo. L’ardita costruzione ha una carreggiata posta a 172 metri sul fiume, e al momento della costruzione il ponte, che ha una lunghezza di 365 metri, era il più grande al mondo realizzato con questa tecnologia.

La campata centrale del ponte Djurdjevica Tara fu distrutta nel 1941 in un’incursione condotta da partigiani iugoslavi che si opponevano all’invasione italo-tedesca del territorio, avvenuta quell’anno. I guastatori furono guidati da uno dei tecnici del ponte, che sapeva come sabotare in modo efficace la struttura. Gli italiani, frenati nella loro avanzata da questa azione, catturarono e giustiziarono il tecnico. Il ponte fu poi ricostruito nel 1946. 

Montenegro-Ponte-Djurdjevica-Tara

Kosovo – Ponte sul fiume Ibar

Mitrovica

La città di Mitrovica si trova nel Kosovo settentrionale. Nel 1999, con la guerra per l’indipendenza del Paese dalla Serbia, la città è stata divisa in due settori distinti: a nord abitano i ventimila abitanti di etnia serba, a sud i circa ottantamila kosovari di etnia albanese. Le due comunità vivono rigidamente separate in uno stato di perenne tensione, e su di esse vigila la forza Nato della KFOR (Kosovo Force), incaricata di mantenere la pace.

I problemi in campo sono complessi e hanno profonde radici storiche e culturali; il Kosovo è al centro di una difficile partita geopolitica tra la Nato e la Serbia, da sempre alleata della Russia. Le forze speciali internazionali hanno il compito di vigilare sul passaggio delle persone sui due ponti e sulla passerella che attraversa l’Ibar, il corso d’acqua che separa le due parti di Mitrovica.

Alcuni gravi disordini sono avvenuti proprio vicino al ponte di cemento, attraversato quotidianamente da pochissimi passanti. Paradossalmente, una struttura pensata per collegare è diventata più invalicabile di un muro. Chi attraversa il ponte infatti viene spesso sospettato di simpatie per la parte avversa e rischia di essere aggredito al proprio ritorno. 

Kosovo-Mitrovica-ponte-fiume-Ibar

Croazia – Ponte di Sabbioncello

Sabbioncello (Orebić)

Il territorio costiero della Croazia presenta una discontinuità territoriale, dato che il suo estremo lembo meridionale è interrotto da un breve affaccio sul mare della Bosnia ed Erzegovina. Così, per i viaggiatori che percorrono l’autostrada litoranea da nord-ovest a sud-est o viceversa, si presenta l’obbligo di attraversare due volte la frontiera per l’ingresso e l’uscita dalla Bosnia.

Questo passaggio, effettuato da molti turisti nei mesi estivi per raggiungere o lasciare la contea croata di Dubrovnik (Ragusa), comporta l’espletamento di pratiche a volte piuttosto lunghe. Per di più l’ingresso della Croazia nell’area Schengen (2023) ha reso il confine con la Bosnia ancora più attentamente sorvegliato.

Le autorità della Croazia hanno così deciso di costruire un grande ponte che collega la costa croata della Dalmazia alla penisola di Pelješac (Dragoncello) che si trova nella contea di Dubrovnik. L’infrastruttura, lunga ben 2,4 km e alta 55 metri per consentire il passaggio delle grandi navi dirette in Bosnia, ha ridotto la pressione del traffico sulla costa. Il ponte è stato inaugurato il 26 luglio del 2022 e in un solo anno ha visto il passaggio di 2.300.000 veicoli. Il ponte è stato realizzato grazie a un fondamentale contributo economico dell’UE.

Croazia-ponte-Sabbioncello

Serbia – Ponte di Žeželj

Novi Sad

Il Ponte di Žeželj (ufficialmente Ponte della fratellanza e dell’unità) venne inaugurato a Novi Sad nel 1961 per consentire il passaggio del Danubio ai treni della linea internazionale Belgrado-Budapest. Costruito in calcestruzzo armato precompresso, fu distrutto nel 1999 insieme ad altri due ponti sul Danubio nella stessa città. In quell’anno la storia della Serbia ha vissuto una pagina tragica per gli attacchi aerei delle forze della NATO alle infrastrutture del Paese. Le opere civili furono colpite per costringere la Serbia a fermare la guerra in Kosovo, che aveva provocato molte vittime e un’emergenza umanitaria senza precedenti.

I danni provocati dai raid aerei furono ingenti e si arrivò rapidamente a una cessazione delle ostilità perché la Serbia non era in grado di resistere alle forze dell’alleanza atlantica.  Dopo la fine della guerra il ponte è stato ricostruito con una forma simile a quello originario, ma con aggiornamenti tecnologici importanti; è rientrato in servizio nel 2018 dopo cinque anni di lavori finanziati per il 70% dall’Unione Europea.

Serbia-Novi_Sad-ponte-Zezelj

Albania – Ponte di Golik 

Golik

Nell’antichità il territorio albanese era percorso dalla Via Egnazia, che collegava la costa dell’Adriatico a Bisanzio e che costituì per secoli la più breve via terrestre per raggiungere il cuore dell’Impero romano d’Oriente dall’Italia. La Via Egnazia cadde gradualmente in disuso con l’affievolirsi dei commerci e delle relazioni tra est e ovest del Mediterraneo nell’età moderna.

Lungo il percorso vennero eseguiti lavori di manutenzione e consolidamento anche dagli ottomani che furono i dominatori dell’Albania a partire dalla fine del Quattrocento. Tra le opere pubbliche costruite dagli ottomani figura il ponte di Golik, ad archi di pietra, lungo 17 metri, largo 3 e alto 10. Risale al XVII secolo ed è caratterizzato dalle aperture di alleggerimento tra un arco e l’altro. Si trova a 40 km dalla città di Pogradec sul fiume Shkumbin.

Albania-Pogradec-ponte-Golik

Macedonia del Nord – Ponte di pietra di Skopje

Skopje

Nella capitale della Macedonia del Nord sorge un ponte storico ad arco che il sultano Maometto II fece erigere tra il 1451 e il 1469 sopra i resti di un antico ponte romano. L’opera attraversa il fiume Vardar ed è uno dei simboli della città. Durante la sua lunga storia il ponte ha vissuto diverse peripezie, dalle disastrose piene del fiume fino al tentativo di farlo esplodere durante l’occupazione nazista nel periodo della Seconda guerra mondiale. Il ponte, riservato ai pedoni, è formato da 12 campate; è lungo 214 metri e largo 6.

Macedonia del Nord-Skopje-ponte-di-pietra

Bulgaria – Ponte coperto di Loveč

Loveč

Nella città di Loveč, nella Bulgaria settentrionale, scorre il fiume Osăm. Già nel XIX secolo il corso d’acqua era attraversato da un ponte coperto che, come il Ponte Vecchio di Firenze e il Krämerbrücke di Erfurt in Germania, ospitava botteghe di artigiani e costituiva un pittoresco passaggio pedonale. Caratteristiche che ha conservato fino a oggi.

La storia del Ponte coperto di Loveč è stata funestata dalle piene che a più riprese lo hanno distrutto, obbligando le autorità a cercare soluzioni per migliorarne la resistenza. Tra il 1874 e il 1876 il ponte venne ricostruito in legno dopo una piena: ospitava ben 64 botteghe a cui si accedeva percorrendo una carreggiata larga 5 metri. Nel 1925 la costruzione fu arsa da un incendio, così nel 1931 venne ricostruita in cemento armato e acciaio. Solo nel 1982 il ponte, che ha una lunghezza di 100 metri, assunse la sua forma attuale: essa riprende in parte le forme ottocentesche, la parte superiore infatti è in legno e vi si può accedere solo a piedi.

Bulgaria-Lovech-ponte-coperto

Grecia – Ponte di Kazarma

Arcadiko

Il ponte di Kazarma si trova nel Peloponneso, in Argolide, lungo la strada che durante l’Età del bronzo collegava le storiche città micenee di Tirinto ed Epidauro. Era un’arteria fondamentale per i trasporti dell’epoca, costruita per facilitare il transito dei carri, le cui ruote erano guidate da apposite scanalature.

Ancora oggi sopravvivono alcuni ponti ad arco lungo il tracciato, formati da giganteschi blocchi di pietra. Quello che sorge nel villaggio di Arcadiko è considerato il ponte più antico conservato in Europa e probabilmente nel mondo, nonché il più antico ponte ad arcata unica ancora in uso oggi. Risale probabilmente al XIII secolo a.C.

Cipro – Ponte veneziano

Kelefos

L’isola di Cipro conserva un patrimonio monumentale considerevole, composto da costruzioni di diversa origine che rappresentano testimonianze della storia ultramillenaria degli insediamenti umani sul territorio. Alcuni monumenti si trovano in aree appartate, lontano dalla costa, dove lo sviluppo degli insediamenti urbani è stato meno invadente, come per esempio i monasteri e i piccoli villaggi nascosti nella foresta dei monti Troodos.

Tra i monumenti antichi figurano anche i ponti eretti dai Veneziani quando furono padroni di Cipro. Il ponte di Kelefos è il più grande ponte medievale in pietra di Cipro, e fu eretto lungo una strada percorsa dalle carovane che portavano minerali di rame dall’entroterra alla costa. Oggi il ponte si trova lungo un sentiero percorso dagli escursionisti che possono apprezzare la frescura del luogo, che contrasta con il torrido clima delle coste. 

Cipro-Kelefos-ponte-veneziano

Malta – Ponte Sant’Elmo

La Valletta

Il Ponte San’Elmo è una passerella d’acciaio con travatura reticolare ad arco lunga 70 metri che collega due diverse sezioni del frangiflutti posto a protezione del porto de La Valletta. All’inizio del Novecento Malta faceva ancora parte dei territori dell’impero britannico, e le autorità decisero di rafforzare le difese del porto, considerato di fondamentale importanza strategica.

Il frangiflutti, realizzato tra il 1905 e il 1910, impediva a eventuali navi nemiche di penetrare nel porto e allo stesso tempo lo proteggeva dal moto ondoso. I progettisti lasciarono un’apertura nel frangiflutti, per consentire il veloce passaggio di piccole navi ed evitare la stagnazione delle acque. La passerella pedonale d’acciaio, costruita nel 1906 sulle fondamenta di un ponte precedente, diventò un elemento molto riconoscibile nel porto, ma venne distrutta da un bombardamento durante la Seconda guerra mondiale. È stata ricostruita nel 2011, mantenendo uno stile architettonico simile a quello originale.

Malta-La-Valletta-ponte-Sant-Elmo

Scopri altre informazioni sui ponti navigando nella carta interattiva.


Fare Geo

Hai ricevuto l’incarico di studiare quale sia l’impatto ambientale di un ponte che si trova nel tuo Comune. L’amministrazione vuole capire se possono essere progettati degli interventi per migliorare l’aspetto del ponte e la sua sostenibilità. Dopo aver scelto la struttura da analizzare, dovrai verificarne alcuni aspetti fondamentali, seguendo lo schema proposto, rispondendo alle domande e aggiungendo se necessario le tue considerazioni.

  • Valuta il profilo dell’ambiente naturale attraversato dal ponte (specie animali e vegetali presenti, informazioni su aria, acqua e suolo).  
    – Il ponte favorisce o ostacola la sopravvivenza delle specie viventi? 
    – Il ponte potrebbe ospitare fiori o piante decorative?  
    – Se il ponte attraversa un corso d’acqua, ostacola o facilita il deflusso delle acque in caso di piena? 
    – Il ponte è attraversato dal traffico veicolare? Se sì, questo deve essere meglio organizzato o addirittura vietato per non danneggiare l’ambiente? 
    – Esistono sul ponte delle corsie per il passaggio dei pedoni e dei velocipedi? Se sì, possiedono i requisiti di sicurezza?  
    – Sul ponte si potrebbero installare pannelli fotovoltaici?   
  • Valuta le attività umane che si svolgono nei dintorni del ponte e il loro eventuale impatto sull’ambiente e sulla salute umana. 
    – Intorno al ponte ci sono dei servizi pubblici? Potrebbe essere utile crearne? 
    – Il ponte è necessario per il collegamento del centro abitato a una zona commerciale, industriale o turistica? Quali problemi genera questo collegamento? 
    – Il ponte viene regolarmente controllato e pulito? Chi compie la manutenzione? In queste attività vengono seguiti criteri di sicurezza?

Dopo avere compiuto questo lavoro di verifica e ricerca, prova a ipotizzare una serie di interventi migliorativi e discutine con i compagni e le compagne di classe.

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