Come cambia l’esame di maturità nel 2019?

Come cambia l’esame di maturità nel 2019?

Il 4 ottobre scorso è stata emanata la circolare ministeriale  sul “nuovo esame di Stato” del 2019. In realtà la normativa sull’esame di maturità 2019 che entrerà in vigore era già prevista dal Decreto Legislativo 13 aprile 2017, n. 62, emanato dal Governo precedente a questo (presieduto da Gentiloni, ministro dell’istruzione Fedeli). Rispetto a tale decreto viene però differita di un anno l’obbligatorietà, per l’ammissione all’esame, di sostenere le Prove INVALSI e di aver svolto l’alternanza scuola-lavoro.

Sull’esame di maturità 2019 la novità più importante (già annunciata un anno e mezzo fa nel D.L.vo 62/2017) è l’abolizione della terza prova scritta, ritenuta ormai una prova largamente obsoleta o addirittura inutile. La terza prova scritta era stata introdotta, con grande enfasi, per la prima volta nell’esame di Stato del 1999, in seguito alla riforma dell’esame di maturità del ministro Luigi Berlinguer, con l’intento di stabilire un legame tra le diverse discipline del curricolo oggetto d’esame. Si parlava allora di “pluridisciplinarità” della terza prova in corrispondenza a temi trasversali svolti dai docenti soprattutto nel quinto anno. Come è noto, si trattava di una prova non nazionale, stabilita dalla singola commissione sulla base del Documento del 15 maggio predisposto dal Consiglio di Classe. La terza prova è rimasta quindi per vent’anni, ma nel tempo si è rivelata sempre meno adeguata, diventando negli ultimi anni solo una giustapposizione di domande in alcune materie (quattro al massimo), senza alcun legame “pluridisciplinare” tra di esse.

Con l’abolizione della terza prova scritta, cambiano i punteggi delle due prove scritte rimaste, del colloquio e del credito scolastico, che vengono portati a 20 punti per ciascuna prova scritta e per il colloquio (per un totale di al massimo 60 punti nelle prove d’esame) e a 40 punti per il credito scolastico degli ultimi tre anni di corso. Quest’ultimo viene quindi rideterminato e ampliato (da 25 a 40 punti), con l’assegnazione di al massimo 12 punti di credito nella classe terza, 13 punti nella classe quarta e 15 punti nella classe quinta. La commissione avrà sempre a disposizione 5 punti integrativi, che potranno essere eventualmente assegnati se un candidato raggiungerà almeno 30 punti nel credito scolastico e almeno 50 punti nelle prove d’esame.

Ma ci sono altre novità – provenienti sempre dal D.L.vo 62/2017, art. 17 – e che riguardano sia la prima che la seconda prova scritta.

Per la prima prova scritta la circolare è accompagnata da un allegato che chiarisce quali saranno le tre tipologie di prova (tre invece delle quattro preesistenti): tipologia A (analisi e interpretazione di un testo letterario italiano, due tracce), tipologia B (analisi e produzione di un testo argomentativo, tre tracce), tipologia C (riflessione critica di carattere espositivo-argomentativo su tematiche di attualità, due tracce).

Per la prima prova scritta si veda questo allegato: Documento di lavoro per la preparazione della prima prova scritta.

Per quanto riguarda la seconda prova scritta occorre ricordare che essa potrà essere su “una o più materie caratterizzanti il corso di studio” (per esempio, nei licei scientifici potrà anche essere di Matematica e Fisica, o addirittura di Matematica, Fisica e Scienze nell’indirizzo Scienze Applicate). È prevista al più presto l’emanazione di “quadri di riferimento” per le materie che possono essere oggetto della seconda prova scritta e lo schema per la stesura di griglie nazionali per la valutazione delle prove.
Il punteggio nella prova scritta passa a 20 punti ed è logico aspettarsi che la sufficienza sia stabilita a 12 punti su 20.

Si veda questo allegato: Indicazioni metodologiche e operative per la definizione dei quadri di riferimento e delle griglie di valutazione.

Questi sono i primi “tasselli” del nuovo esame che il Ministero ha comunicato dopo circa un mese di scuola; i prossimi saranno i nuovi “quadri di riferimento” (entro ottobre) per le materie oggetto di seconda prova scritta e poi, a fine gennaio, la comunicazione – tanto attesa dagli studenti e dagli insegnanti – delle materie della seconda prova scritta. Non è ancora noto se, con l’abolizione della terza prova scritta, le commissioni saranno composte da 6 docenti, 3 interni e 3 esterni, con il presidente esterno. Con l’abolizione della terza prova scritta, ben 4 docenti su 6 sarebbero infatti nominati solo per garantire lo svolgimento del colloquio.

Con questi cambiamenti molti ritengono che l’esame di “maturità” diventerà più facile e ancora meno considerato di quanto non lo sia già ora dalle aziende e dalle università. Sono ben note le polemiche sulle “lodi” e sulle difformità nelle varie regioni italiane nell’attribuzione di queste, oltre alla discrepanza tra i risultati di questo esame e quelli che invece emergono dalle Prove INVALSI. È quindi da vedere positivamente l’introduzione di quadri di riferimento e di griglie di valutazione nazionali per l’italiano e per le materie oggetto della seconda prova scritta, cosa che, si spera, permetterà inoltre di superare le ambiguità presenti nelle Indicazioni nazionali e nelle Linee guida.

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