Fare geografia con i videoreportage: il patto dei Sami con le renne

Fare geografia con i videoreportage: il patto dei Sami con le renne

Nella didattica della geografia, lo storytelling visuale è uno strumento molto efficace per conoscere e capire il mondo in cui viviamo. Presentiamo in anteprima un estratto de Il patto con le renne, uno dei videoreportage esclusivi del corso di Geografia generale ed economica Lettera dalla Terra – Nuova edizione di Luca Mercalli e Matteo di Napoli. Il corso guida studentesse e studenti a esplorare in modo coinvolgente e immediato luoghi e condizioni di vita di popolazioni e culture “altre”, focalizzandosi su risorse del territorio, azione umana e possibili modelli di sviluppo. La lettura di questi contesti geografici viene effettuata mediante risorse audiovisive realizzate da giornalisti, geografi e antropologi che hanno prodotto negli ultimi anni filmati di alta qualità, registrando aspetti fondamentali per la comprensione dell’attualità e delle più recenti dinamiche nel rapporto uomo-ambiente. I contributi visuali sono collegati a pagine che favoriscono una più accurata comprensione delle questioni in gioco e propongono agli studenti e alle studentesse delle attività strutturate per la ricerca e la rielaborazione di dati e informazioni.

Il patto con le renne, di Pietro del Re, introduce alla cultura e alla difficile esistenza del popolo dei Sami, offrendo spunti di riflessione sulle trasformazioni degli ultimi decenni e sulle forti difficoltà legate al cambiamento climatico e al “colonialismo verde”.

Il popolo dei Sami

I Sami sono uno dei pochi popoli indigeni d’Europa; da migliaia di anni abitano un’area vastissima della Penisola Scandinava, anche oltre il Circolo Polare Artico. Questo territorio copre la parte più settentrionale della Norvegia, della Svezia e della Finlandia, e include la penisola di Kola nella Federazione Russa.

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La storia e la cultura dei Sami

In origine i Sami praticavano la caccia e la pesca; dopo il 1500 si dedicarono soprattutto all’allevamento delle renne nella tundra; conducevano gli animali in montagna d’estate e li guidavano d’inverno verso le coste, alla ricerca di nuovi pascoli.

L’esistenza dei Sami era libera e autonoma, ma durissima; il clima era proibitivo e nei mesi invernali gli spostamenti erano molto difficili. Dalle renne i Sami ricavavano tutto il necessario per vivere: latte e carne da mangiare, pelli per coprirsi e utensili d’osso e di corno per svolgere le loro attività. Come i nativi d’America, abitavano in accampamenti temporanei di capanne o tende coperte da pelli.

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Il legame con le renne è profondamente radicato nella cultura dei Sami.

La cultura sami si basa soprattutto sull’artigianato, sulla lingua, che appartiene alla famiglia ugro-finnica, e sulle tradizioni pastorali, che prevedono una profonda connessione con l’ambiente naturale secondo una regola fondamentale:

“Prendi dalla natura solo quello di cui hai bisogno, usa tutto quello che prendi e condividilo”

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La transumanza delle renne, che i Sami conducono per salvaguardare questi animali così preziosi per la loro sopravvivenza.

Tra assimilazione e autonomia

Negli ultimi cinquant’anni il Grande Nord è molto cambiato: tutte le località sono state raggiunte da strade carrozzabili e sono disponibili per tutti la luce elettrica, il riscaldamento, servizi scolastici e sanitari di qualità. I Sami sono oggi meno di 100.000, e sono stati assimilati dai Paesi scandinavi: la maggior parte di loro è diventata stanziale.

Per molto tempo le loro usanze e la loro lingua sono state disprezzate e considerate espressioni di una civiltà inferiore; attualmente prevalgono il rispetto e la difesa delle loro tradizioni. Nei Paesi scandinavi le tribù Sami godono di una larga autonomia – possono governarsi, studiare nella loro lingua fino all’università – e si oppongono ai progetti di sfruttamento del territorio che mettono a rischio gli equilibri ambientali.

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I Sami godono di una larga autonomia nei Paesi in cui vivono: qui il parlamento Sami a Karasjok, in Svezia.

Colonialismo verde e cambiamento climatico

Tutta l’area del Grande Nord per decenni è stata preda dello sfruttamento minerario e forestale, con gravi conseguenze come l’erosione e l’inquinamento. Le terre ancestrali degli allevatori, infatti, fanno gola a molti, per il loro straordinario potenziale: si tratta del “colonialismo verde“, l’appropriazione di terre ricche di minerali e di risorse utili alla transizione energetica.

Inoltre, a queste latitudini il cambiamento climatico ha effetti molto vistosi, come lo scioglimento dei territori ghiacciati (permafrost), che trasforma in un acquitrino una parte consistente del territorio e le improvvise variazioni della temperatura che creano non pochi problemi agli allevatori di renne.

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Una vasta miniera oltre il Circolo Polare Artico a Kiruna, in Svezia.

Guarda l’anteprima del videoreportage sui Sami Il patto con le renne di Pietro del Re.


Per approfondire il tema del cambiamento climatico e il relativo approccio didattico, iscriviti al webinar

Rischio climatico e transizione
con Luca Mercalli

11 marzo
15:00 – 16:00

Durante il webinar verranno affrontati i seguenti temi:

  • il riscaldamento globale e i suoi effetti;
  • gli scenari climatici e ambientali in Italia oggi;
  • l’Antropocene;
  • geografia ed Educazione all’ambiente e alla sostenibilità.

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Lettera dalla Terra – Nuova edizione

Rischio climatico e transizione energetica sono alcuni dei temi centrali di Lettera dalla Terra, il nuovo corso di Geografia generale ed economica di Deascuola per gli Istituti Tecnici e Professionali. Un manuale costruito come un percorso di scoperta del mondo in cui viviamo, nella prospettiva delle possibili soluzioni alle sfide della sostenibilità.

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