Parlando di Clima...

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Il prof. Antonello Pasini, ricercatore del CNR commenta gli esiti della CoP25. 

E’ finita da pochi giorni la CoP25 a Madrid e tutti parlano di fallimento. In realtà si sapeva che questa Conferenza sarebbe stata di transizione: non si doveva arrivare a scelte definitive come l’aggiornamento al rialzo degli obiettivi di riduzione volontaria dei singoli Stati, di cui si parlerà il prossimo anno, ma si dovevano definire meccanismi particolari di conteggio delle riduzioni, che sono preliminari (e comunque necessari) ad azioni più concrete ed efficaci. In ogni caso, è un fatto che si sono fatti pochissimi passi avanti anche su queste questioni tecniche.

Non voglio entrare qui in analisi approfondite di quanto è accaduto a Madrid. Altri al posto mio lo sanno fare molto meglio: segnalo, ad esempio, il sito di Climalteranti, dove in particolare già compare una descrizione dei temi che sono stati sul tavolo a Madrid (qui) e su cui credo si pubblicherà molto presto un’analisi dei risultati finali della Conferenza. Su quanto accaduto a Madrid, sempre in lingua italiana, si possono vedere anche le lucide analisi e report dell’Italian Climate Network.

Oggi, però, vorrei dare anche qualche notizia positiva. In particolare, è uscito recentemente un report dell’Agenzia europea per l’ambiente in cui si fa il punto sullo stato della riduzione di emissioni negli Stati della Unione europea (UE). Ebbene, il risultato appare come molto positivo: le emissioni totali dell’UE sono infatti diminuite del 2% nel 2018. E non solo: siamo già al 23.2% di riduzione rispetto al 1990, quando l’obiettivo al 2020 era di ridurre del 20%. Certo, la strada è ancora lunga verso la decarbonizzazione, anche solo per arrivare alla riduzione del 40% prevista per il 2030: con le attuali politiche si potrebbe arrivare ad una riduzione che va dal 30 al 36%.

In realtà, la politica 20-20-20 prevedeva anche una riduzione del consumo di energia del 20% e una percentuale di energie rinnovabili del 20%. Come si stanno indirizzando i vari Stati membri in questo senso? Ce lo dice la figura in testa a questo post, che credo sia facilmente leggibile, mostrando quanto i vari Stati siano o meno in linea per il raggiungimento dei tre obiettivi del prossimo anno. L’Italia sembrerebbe tra gli Stati più virtuosi.

Insomma, nell’attuale situazione mondiale che vede parecchi Stati “reticenti” o “immobili”, l’Europa si sta muovendo verso una precisa direzione. Io credo che questa strategia sia lungimirante, sia per l’ambiente che per la produzione e il raggiungimento di uno sviluppo futuro veramente sostenibile, nonché più giusto ed equo.

Contro tutto il pessimismo che circola in questi giorni, vi auguro un buon anno nuovo con questa speranza per il futuro di tutti noi.


Ulteriori approfondimenti sulla pagina del Prof. Pasini.

Iscriviti al prossimo webinar: 28 gennaio 2020 – Gli accordi internazionali sul clima: storia, funzionamento e sviluppi.

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