I colori della Fisica, forme non tradizionali di didattica sperimentale

I colori della Fisica, forme non tradizionali di didattica sperimentale

Nella difficile situazione che sta attraversando il nostro Paese anche il sistema scolastico italiano si deve attrezzare rispettando le disposizioni per ridurre il contagio da coronavirus. 

In questa direzione si pone il webinar del 16 marzo tenuto da Franco Bocci e Giovanna Malegori dal titolo “Forme non tradizionali di didattica sperimentale”, che si rivolge ai docenti indicando gli strumenti per sviluppare fin dal primo biennio una sensibilità sperimentale negli studenti. Utile anche come competenza chiave per l’Esame di Stato.

In questa situazione infatti milioni di studenti rischiano, con l’interruzione del percorso didattico, di dover fare i conti con danni che possono compromettere l’esito finale dell’anno in corso e la loro formazione. 

Proprio per questo gli strumenti e le esperienze illustrati durante il webinar sono pensati per essere adatti anche alla fruizione “a distanza”.

L’importanza di uscire dal laboratorio

Richard Feynman – uno dei più grandi scienziati del ‘900, premio Nobel per la Fisica nel 1965, nonché abile e originale divulgatore – in una delle sue celebri conferenze ricorda che nel metodo scientifico “l’osservazione è il giudice ultimo di come stanno le cose. Ovvero, solo l’osservazione può dimostrare la verità di un’ipotesi”. 

Feynman, del resto, si muoveva con disinvoltura tra le frontiere più avanzate della fisica teorica, i meandri più profondi delle nano-strutture e il lavoro più manuale di laboratorio, la precisione dei calcoli da cui dipende il successo di un esperimento.

Le parole del grande fisico americano ci mostrano dunque l’importanza di uscire dal “recinto” di un laboratorio e il suo esempio ci ricorda quanto la dimensione sperimentale e il suo continuo aggiornamento siano fondamentali nell’ambito della fisica.

La didattica sperimentale nell’insegnamento della fisica può trovare spazio anche oltre le ore passate in laboratorio? E quali esercizi e quali strumenti, sopratutto digitali, possono essere utili all’insegnante? 

A queste domande rispondono i due autori di Fisica. I colori dell’Universo (Deascuola 2019), mostrando con esempi ed esercizi come, per ovviare alla scarsità di tempo e di strumenti a disposizione nella scuola, sia possibile integrare l’attività di laboratorio con attività in itinere più facilmente gestibili.

Partendo dalle modalità d’insegnamento della fisica oggi, le linee generali seguite e lo spazio riservato alla dimensione sperimentale, verranno individuate le criticità associate e gli aspetti da migliorare. 

Imparare a misurare, raccogliere i dati e rappresentarli graficamente restano tra gli obiettivi principali da raggiungere, ma da soli possono non essere sufficienti per rendere gli studenti padroni della materia nel suo complesso. 

Per questo saranno indicate nuove strategie, risorse e strumenti “non tradizionali” ma ormai di facile accesso e reperibilità, per svolgere attività complementari e integrative. Raccordi interdisciplinari tra Matematica e Fisica, videoesperimenti, esperimenti che possono essere autonomamente riprodotti a casa dallo studente, creazione di video che sviluppano competenze trasversali, esercizi di analisi dei dati di esperimenti simulati. 

Questi sono alcuni esempi di modalità di stimolare la curiosità e la passione degli studenti, uscendo dal laboratorio della scuola, in grado di farli diventare, insomma, più “protagonisti”.


Partecipa al webinar del 16 marzo tenuto da Franco Bocci e Giovanna Malegori dal titolo “Forme non tradizionali di didattica sperimentale”.


Gli esempi proposti nel webinar sono tratti dal volume Fisica. I colori dell’Universo (Deascuola 2019).

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