Il ruolo chiave della scienza per accelerare la realizzazione dell’Agenda 2030

Il ruolo chiave della scienza per accelerare la realizzazione dell’Agenda 2030

Le trasformazioni per un percorso di sostenibilità dovrebbero essere strettamente legate alla scienza. Il metodo scientifico, basato sull’osservazione e la verifica delle ipotesi, riduce l’incertezza, identifica i punti critici, accelera la diffusione delle innovazioni e pone le basi per le idee future”, si legge nel Global sustainable development report 2023, l’analisi sullo stato di attuazione dell’Agenda 2030 dell’Onu realizzata ogni quattro anni da un gruppo di scienziati indipendenti.

Nel 2011 l’Unesco ha istituito la Giornata mondiale della scienza per la pace e per lo sviluppo, celebrata il 10 novembre, per sottolineare l’importanza della scienza nello sviluppo delle società e la necessità di informare la popolazione sui progressi scientifici.

La ricerca scientifica nel mondo

Tra il 2015 e il 2019 il numero di pubblicazioni scientifiche è aumentato del 21%, riporta il Science report 2021 dell’Unesco. Gli investimenti, tuttavia, continuano a essere diseguali: i Paesi del G20 contribuiscono al 93% delle spese di ricerca. Questo comporta una maggior dipendenza dei Paesi a basso reddito dalle innovazioni dei Paesi ad alto reddito. In Italia la quota di Pil destinata alla ricerca e allo sviluppo è pari all’1,5%, sotto la media europea del 2,3% e lontana dall’obiettivo dell’Unione europea del 3%, evidenzia il Rapporto ASviS 2023.

Continua ad essere ampio il divario di genere in ambito scientifico: nel 2018 le donne occupavano solo un terzo delle posizioni da ricercatori e un quinto nel settore dell’intelligenza artificiale. In Italia, sempre secondo le stime del Rapporto ASviS, nel 2022 solo il 19% degli occupati nel settore Itc (information, technology and communication) era donna.

La scienza per l’Agenda 2030

Nonostante negli ultimi anni siano aumentate le pubblicazioni che menzionano i 17 Obiettivi di sviluppo sostenibile, la ricerca scientifica si concentra principalmente su tecnologia, digitale ed energia. Secondo le stime del Science report 2021 dell’Unesco, ad esempio, nel 2019 sono stati pubblicati circa 150mila articoli su intelligenza artificiale e robotica e solo 2.500 sui sistemi di cattura e sequestro del carbonio, che permettono di catturare l’anidride carbonica emessa da centrali e industrie e di iniettarla nel sottosuolo. E tra il 2016 e il 2019 solo il 2,4% delle pubblicazioni scientifiche si è focalizzata sull’energia pulita, come quella solare ed eolica.

Anche la tecnologia e l’intelligenza artificiale possono contribuire allo sviluppo sostenibile: basti pensare all’impiego della telemedicina che permette di raggiungere anche le persone che vivono in aree remote di un Paese o alle batterie, sempre più efficienti, utilizzate per produrre veicoli elettrici.

In proporzione, a investire maggiormente nella ricerca sulla sostenibilità sono i Paesi in via di sviluppo, in particolare quelli già colpiti dal cambiamento climatico: nei Paesi a basso reddito, ad esempio, la percentuale di pubblicazioni focalizzate sui sistemi fotovoltaici è passata dal 7,6% del 2011 al 21,6% del 2019. Questi Paesi dedicano ampio spazio alla ricerca di soluzioni per affrontare le conseguenze della crisi climatica, come l’agricoltura di precisione, l’utilizzo efficiente delle risorse idriche e i metodi per adattare le coltivazioni ai cambiamenti climatici (climate-ready crop).

A che punto siamo con la realizzazione dei 17 Obiettivi?

La scienza è fondamentale per poter accelerare la realizzazione dell’Agenda 2030. A sette anni dalla sua approvazione, i progressi, infatti, non sono sufficienti: continuando così solo il 12% dei Target potrebbe essere realizzato, mentre la maggior parte degli Obiettivi di sviluppo sostenibile non verrebbe raggiunta nemmeno nel 2050. Le crisi che il mondo si trova ad affrontare, dalla pandemia all’inflazione, dai cambiamenti climatici alle guerre, rallentano l’azione per lo sviluppo sostenibile. Alla fine del 2020 due miliardi di persone vivevano in Paesi in conflitto e le spese militari a livello globale avevano superato i duemila miliardi di dollari.

Anche per l’Italia i dati non sono incoraggianti. Come evidenzia il Rapporto ASviS 2023, che annualmente analizza lo stato di avanzamento dell’Agenda 2030 in Italia e che quest’anno è arricchito da una pagina interattiva per consultare dati e informazioni, sei dei 17 Obiettivi sono peggiorati rispetto al 2010: si tratta di quelli relativi alla povertà (Goal 1), ai sistemi idrici e sociosanitari (Goal 6), qualità degli ecosistemi terrestri e marini (Goal 14 e 15), governance (Goal 16) e partnership (Goal 17). Sei registrano miglioramenti molto contenuti: istruzione (Goal 4), parità di genere (Goal 5), energia rinnovabile (Goal 7), lavoro dignitoso (Goal 8), innovazione e infrastrutture (Goal 9) e lotta al cambiamento climatico (Goal 13).

Affinché la ricerca scientifica possa contribuire alla realizzazione di un futuro sostenibile è necessario rendere maggiormente accessibili gli studi scientifici, sia tra i Paesi sia tra gli attori della società civile, e colmare il divario temporale che esiste tra la pubblicazione di uno studio e la conseguente azione politica. Occorre, inoltre, contrastare la disinformazione e aumentare la fiducia nella scienza. In questo le scuole possono giocare un ruolo fondamentale: in un periodo caratterizzato dall’abbondanza di informazioni e dalla difficoltà di riconoscere fonti affidabili, i docenti possono fornire alle studentesse e agli studenti gli strumenti per analizzare con spirito critico le notizie e per distinguere quelle false da quelle vere.

Il 9 novembre 2023 Andrea Bonicatti, segreteria generale dell’ASviS e referente del Goal 5 “Parità di genere” e Fondazioni, e Cecilia Menichella, area rapporti istituzionali nazionali dell’ASviS e referente del Gruppo di lavoro trasversale Cultura per lo sviluppo sostenibile, presentano i risultati del Rapporto ASviS 2023. L’incontro costituisce il primo appuntamento del nuovo ciclo di webinar “La scuola verso il futuro. Orientarsi nella complessità con l’Agenda 2030”, realizzato da ASviS e Deascuola.

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