Appunti per la scuola #10
Abilitazione docenti: definito il profilo professionale del docente

Abilitazione docenti: definito il profilo professionale del docente

Il dpcm (qui la bozza inviata agli organismi che hanno espresso il parere) che disciplina i percorsi abilitanti per insegnare nella scuola secondaria, oltre a delineare il profilo del docente abilitato, individua anche le competenze professionali e gli standard professionali minimi che i docenti abilitati dovranno raggiungere al termine del percorso.   

Nella definizione delle competenze professionali del “Profilo conclusivo del docente abilitato” l’allegato A delinea come presupposto l’analisi di tre condizioni.

La prima condizione riguarda la presenza di una motivazione alla base della relazione “magisteriale” con gli studenti, ognuno con i propri tratti di unicità e di originalità.

La seconda attiene alla consapevolezza, cioè la coscienza da parte del docente che le competenze si perfezionano solo se vengono esercitate in contesti reali e a seguito di una riflessione, attraverso il confronto e il dialogo con colleghi più esperti.

La terza condizione concerne la predisposizione intellettuale ed emotiva a sostenere e orientare ogni studente alla scoperta dei propri talenti e delle proprie vocazioni. È fondamentale, quindi, sostenere lo sviluppo e la crescita di tutti gli studenti, nessuno escluso.

Nella parte dedicata al profilo professionale, che risponde all’esigenza di assicurare il rispetto del principio dell’unitarietà della funzione docente, vengono descritte le “competenze educative, disciplinari, psicopedagogiche, metodologico-didattiche, organizzativo-relazionali, di osservazione, valutazione, documentazione, innovazione e ricerca, tra loro correlate e interagenti, che tengano conto anche delle diverse fasi di crescita e di maturazione dei discenti.”

Inoltre, il docente abilitato avrà la responsabilità educativa di promuovere la partecipazione attiva e critica dei discenti nel loro percorso di vita, nelle relazioni verso gli altri e con il sapere. Presterà particolare attenzione agli allievi con disabilità e agli alunni con bisogni educativi speciali (BES) attraverso un insegnamento flessibile e personalizzato, promuovendo l’acquisizione di competenze e sostenendo gli studenti nella ricerca dei propri talenti.

Vengono poi indicate in dieci punti le competenze professionali che dovrà possedere il docente abilitato:

a) competenze culturali, disciplinari, educative, pedagogiche, psicopedagogiche, didattiche, metodologiche e relazionali, con particolare attenzione all’inclusione, innovazione, “situazioni problema” e presa in carico delle povertà educative, accompagnate da una solida conoscenza della legislazione scolastica;

b) competenze nella micro e macro progettazione didattica, finalizzata a promuovere flessibilità organizzativa, valorizzazione dei talenti degli studenti, personalizzazione dei percorsi educativi, con particolare riferimento agli alunni con disabilità e agli alunni con bisogni educativi speciali (BES), non direttamente riconducibili a situazioni di disabilità, gestione dei gruppi classe in modalità cooperativa, orientate a sviluppare in tutti gli studenti competenze trasversali e apprendimento critico e consapevole;

c) competenze nella gestione dei gruppi classe, nella costruzione di ambienti favorevoli all’apprendimento e di relazioni positive con gli studenti;

d) competenze di regolazione del proprio agire professionale, che si traducono nel saper “leggere” la situazione, prevederne e misurarne gli scostamenti rispetto a quanto atteso o progettato, intervenire con efficacia;

e) competenze specifiche nella didattica orientativa volta a sviluppare le risorse in possesso di tutti e di ciascuno, e ad incoraggiare la costruzione di una positiva immagine di sé e del progetto di vita;

f) competenze nello svolgimento dei compiti connessi con la funzione docente e con l’organizzazione scolastica, con l’autovalutazione di istituto e il miglioramento del sistema scolastico, assicurando la propria disponibilità ad assumere funzioni e responsabilità nelle dimensioni didattiche, formative, organizzative, nel rispetto della deontologia professionale;

g) competenze nell’osservazione, documentazione, verifica e valutazione di processo, di prodotto e di contesto tra loro correlate e interconnesse, finalizzate al miglioramento degli apprendimenti e al successo formativo degli studenti;

h) competenze nel lavoro collaborativo, finalizzato alla collegialità delle scelte educative, didattiche, metodologiche con gli altri docenti che operano nei gruppi classe e con l’intera comunità professionale della scuola, anche mediante la realizzazione di esperienze di continuità orizzontale e verticale;

i) competenze relazionali e comunicative nella gestione dei rapporti con le famiglie degli studenti, anche attraverso le funzionalità consentite dai registri elettronici, con esperti esterni, agenzie educative e soggetti del territorio;

j) competenze digitali che riguardano la capacità di: promuovere l’educazione ai media, utilizzare le tecnologie digitali per la comunicazione organizzativa, la collaborazione e la crescita professionale; individuare, valutare e selezionare le risorse digitali utili per la didattica, tenendo in giusta considerazione – anche nella fase di progettazione – gli obiettivi specifici di apprendimento, il contesto d’uso, e i bisogni degli studenti che ne fruiranno; utilizzare le tecnologie digitali per favorire una maggiore inclusione, personalizzazione e coinvolgimento attivo degli studenti; aiutare gli studenti ad utilizzare in modo creativo e responsabile le tecnologie digitali per attività riguardanti l’informazione, la comunicazione, la creazione di contenuti, il benessere personale e la risoluzione dei problemi; avvalersi delle tecnologie digitali per sostenere i processi di apprendimento autoregolato (pianificazione, monitoraggio, riflessione metacognitiva); adoperare strumenti e strategie digitali per migliorare le pratiche di valutazione.

Segue poi la lista riguardante gli “Standard professionali minimi” secondo la quale il candidato all’abilitazione professionale all’insegnamento dovrà dimostrare padronanza in relazione a:

1) nuclei basilari dei saperi disciplinari che appartengono alla classe di concorso per la quale concorre;

2) epistemologia e metodologia contemporanee delle discipline di insegnamento a cui si riferisce la classe di concorso;

3) almeno due ulteriori epistemologie e metodologie che, nella storia, abbiano presieduto alla produzione organizzata delle conoscenze nelle discipline di insegnamento a cui si riferisce la classe di concorso;

4) principali connessioni interdisciplinari esistenti tra le discipline a cui si riferisce la classe di concorso o alle altre discipline;

5) capacità di promuovere le otto competenze chiave europee per l’apprendimento permanente;

6) capacità di trasformare, anche con l’utilizzo di strumenti e didattica digitale, in presenza e a distanza, l’insegnamento in apprendimento significativo e critico da parte dello studente.

7) capacità di padroneggiare le principali strategie organizzative e metodologico–didattiche, in grado di sostenere didattiche speciali e personalizzate volte ad assicurare l’inclusione degli studenti disabili e con bisogni educativi speciali;

8) capacità di progettazione didattica, anche per unità di apprendimento, e di flessibilità organizzativa e gestionale dei gruppi classe/interclasse anche per gruppi di livello, di compito ed elettivi tali da favorire la personalizzazione e la valorizzazione dei talenti di ciascuno, lo sviluppo delle competenze trasversali, linguistico- comunicative e di apprendimenti significativi, critici e consapevoli per tutti gli studenti;

9) capacità di gestire l’E-Portfolio delle competenze personali, nelle sue funzioni documentarie, narrative, certificative, valutative, auto valutative e orientative, assumendolo come strumento di lavoro;

10) funzioni e modalità della valutazione interna ed esterna degli apprendimenti formali, non formali e informali.

Dalla lettura dell’allegato A possiamo tranquillamente dire, senza pericolo di smentita, che il profilo del docente descritto difficilmente potrà essere rappresentato da un giovane neolaureato o da un qualsiasi docente che, pur con esperienza, non abbia compiuto un’esamina, guidata da un esperto, sul proprio insegnamento.

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