Pandemia e cultura: quali scenari per la società della conoscenza

Pandemia e cultura: quali scenari per la società della conoscenza

Il corso di Geografia generale ed economica per il biennio “Sfide Globali”, pubblicato ora in una nuova edizione, adotta l’Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile come chiave di lettura per comprendere il presente e stimolare riflessioni e pratiche di trasformazione. In questa edizione il progetto didattico si arricchisce di un fascicolo dedicato alle ripercussioni della pandemia di Covid-19 sulla società, l’economia e l’ambiente. L’allegato, grazie ai contributi di docenti universitari e giornalisti, documenta con dati aggiornati le conseguenze più rilevanti della diffusione del virus in ambito nazionale e internazionale. È un’importante occasione per far riflettere gli studenti sul presente e sulle prospettive e le oppurtunità per il prossimo futuro.

Riportiamo un estratto del fascicolo curato da Rossella Köhler, Stefano Bianchi, Massimiliano Tabusi, Filippo Celata e Marco Magnani. I testi qui riprodotti sono di Rossella Köhler.

Ripercussioni della pandemia sulla cultura

Una quota consistente del settore terziario è costituita da attività che, apparentemente, non soddisfano bisogni essenziali. In realtà, anche se non direttamente produttive, le attività culturali sono fondamentali per l’esistenza e lo sviluppo di una società. Esse sono però state messe in crisi dall’applicazione delle misure che mirano a contenere la pandemia di COVID-19.

Il sistema cultura in crisi

In tutti i Paesi, tra le prime misure prese per contrastare la pandemia c’è stata la chiusura degli spazi culturali, “colpevoli” di favorire l’assembramento in aree ristrette, ma, soprattutto, di portare le persone al di fuori delle loro case,
nelle strade e sui trasporti pubblici.

Come abbiamo potuto osservare nell’esperienza italiana, teatri, cinema, musei, biblioteche sono passati attraverso diverse fasi di contenimento, che sono andate dalla chiusura totale all’apertura con attente misure di distanziamento.
Quello culturale, insieme al turismo e alla ristorazione, è uno dei comparti più colpiti dagli eventi pandemici. Molto incerte sono anche le conseguenze per il suo futuro. Sono a rischio, infatti, moltissimi posti di lavoro poiché
esso si avvale in gran parte di personale precario e di attività legate a eventi temporanei (allestimenti, visite guidate, ricerca di sponsor, pubblicazione di cataloghi ecc).

Secondo stime preliminari di EUROSTAT, la crisi pandemica potrebbe riguardare circa 7 milioni di posti di lavoro culturali e creativi in tutta l’UE. Oltre il 30% delle persone impiegate in questi settori è formato da lavoratori autonomi e non dispongono di un’adeguata protezione sociale.

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L’emergenza pandemica colpisce anche i siti del Patrimonio dell’Umanità. La mappa mostra come la maggior parte dei 1121 siti dell’UNESCO abbia reagito all’emergenza COVID con la chiusura (Fonte:UNESCO)

Luci e ombre per musei e mostre

I musei hanno risentito notevolmente della cancellazione delle visite e soprattutto della sospensione delle mostre. Per
accelerarne la riapertura sono state adottate nuove strategie per l’utilizzo degli spazi; inoltre sono stati riorganizzati gli accessi, con prenotazioni obbligatorie e percorsi obbligati. Ma soprattutto, per non perdere la fidelizzazione dei visitatori, molti musei hanno avviato la fruizione digitale delle opere e degli oggetti esposti, in modo sempre più organizzato e avanzato tecnologicamente.

Molti operatori museali si stanno organizzando per offrire prodotti online che non siano soltanto sostitutivi alle visite, ma possano presentare differenti punti di vista e raggiungere un pubblico più ampio: contenuti per la didattica online che mettano in diretto rapporto operatori, insegnanti e alunni, realtà aumentata, mostre digitali, database di archivi accessibili a tutti, materiali per facilitare l’attività di ricerca in tutto il mondo ecc.

Il cinema reinventato

In modo analogo si stanno ristrutturando altri settori culturali, come quello del cinema. La crisi dell’industria cinematografica riguarda sia la produzione sia la distribuzione. Già nella primavera 2020, per esempio, secondo
l’Hollywood Reporter la perdita globale di incassi al botteghino è stata di circa 5 miliardi di dollari, in parte a causa dei 70 000 cinema rimasti chiusi in Cina, mentre in estate, nei soli Stati Uniti, il calo è stato di oltre il 75% rispetto al 2019.

La fruizione televisiva e online (sulle piattaforme streaming) è stata invece avvantaggiata dalle restrizioni adottate. Perciò, se finora il cinema contava soprattutto sulla prima distribuzione nelle sale per sostenere tutta la filiera, probabilmente in futuro la produzione e la distribuzione dovranno essere progettate già in prima battuta per il piccolo schermo.

Lo spettacolo dal vivo: teatri e concerti

Ci sono forme culturali che vivono proprio della presenza contemporanea di artisti e pubblico. In teatro, infatti, l’atto creativo si basa sulla relazione diretta tra attori e spettatori. Negli ultimi anni, inoltre, in ogni Paese il teatro si è sviluppato grazie agli scambi con compagnie straniere, che hanno permesso al pubblico di tutto il mondo di ampliare i propri orizzonti culturali. La pandemia ha inevitabilmente arrestato questo processo.

Le misure di blocco che vietano gli incontri pubblici hanno azzerato anche i proventi della musica dal vivo, che costituisce oltre il 50% del reddito del settore. La cancellazione di eventi musicali come tour e concerti implica una perdita nei guadagni diretti di organizzatori e lavoratori e una diminuzione delle sponsorizzazioni. L’annullamento dei festival ha creato notevoli perdite economiche (lavoro, beni e servizi) in tutto il mondo, con un calo degli investimenti che si protrarrà per molti anni.

Durante la pandemia molti artisti hanno realizzato video e podcast da postare sui social per tenersi in contatto con il loro pubblico. La fine dell’emergenza lascia comunque un’eredità di nuove abilità a più ampio spettro che potrebbero compensare una risalita del settore inevitabilmente difficile. La comunicazione digitale diventa sempre più uno strumento necessario, sia per i grandi eventi sia per le piccole realtà.

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Nell’ottobre 2020, a Milano, si è svolta la protesta degli operatori del mondo dello spettacolo: 500 bauli, usati in genere per trasportare le attrezzature di scena, sono stati disposti davanti al Duomo per denunciare la crisi in cui versa il settore.

Il mondo dell’editoria: carta e cristalli liquidi

Durante il primo lockdown biblioteche e librerie erano chiuse; molte fiere del libro sono state rinviate fermando in parte le uscite di nuovi titoli. Le indagini realizzate da varie associazioni di editori europei hanno perciò rilevato una diminuzione delle vendite per i libri stampati. Ma questa situazione è stata in buona parte compensata dall’aumento della fruizione di libri online, un settore in rapido sviluppo.

Infine, un settore ha avuto un boom notevolissimo: l’industria dei videogiochi, che ha tratto vantaggio dall’isolamento domestico obbligato. Anche se si prevede un rallentamento con il ritorno alla normale vita sociale, la crisi ha sicuramente dato un ulteriore impulso a una linea di tendenza che era già da tempo in crescita.

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Scopri i contenuti della nuova edizione di “Sfide globali” e del fascicolo “Pandemia: sfide e nuovi scenari” per la Geografia economica delle scuole secondarie di secondo grado

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