I compiti che (non) vorresti

I compiti che (non) vorresti

Credo che ci siano occasioni in cui noi insegnanti dobbiamo fare un piccolo sforzo e andare con la memoria a qualche anno fa, quando ci trovavamo dall’altra parte della cattedra. Immagino che la maggior parte di noi temesse di vedersi rovinate le vacanze natalizie con un carico di compiti che avrebbe lasciato poco spazio al riposo e al divertimento e penso sia opportuno che, nel momento in cui siamo noi ad assegnare i compiti per il periodo natalizio, ci fermiamo anche solo un istante a ricordare quando toccava a noi riceverli. Ciascuno di noi ha la capacità di districarsi con scioltezza tra il rischio di caricare di troppi esercizi, (che spesso rischiano di non essere fatti proprio da chi ne avrebbe bisogno) e il rischio opposto di dover tornare a gennaio con lacune che si sono allargate e la necessità di un ripasso che pochi compiti ben dati avrebbero potuto evitare. È bene quindi che ogni insegnante faccia le proprie scelte, ma se riuscissimo a inserire tra i soliti esercizi qualche compito che gli studenti non si aspettano, che stimoli la loro curiosità, che li faccia lavorare con carta, penna e mani invece che con il computer potremmo forse raggiungere anche gli studenti che normalmente facciamo fatica a raggiungere. 

Per esempio agli studenti di prima potremmo chiedere di costruire su legno una rosa dei venti, indicando le ampiezze degli angoli tra un vento e l’altro, imparare a risolvere i problemi sulle lunghezze dei segmenti utilizzando gli stuzzicadenti o la plastilina, soddisfare la richiesta di Sissa con chicchi di riso reali ponendoli su una scacchiera $3 \times 3$. 

Ai ragazzi di seconda potremmo far misurare il rapporto fra massa e volume della farina, pesando un recipiente graduato come quelli che si usano in cucina e riportare le misure effettuate su un diagramma cartesiano. Sempre in tema rapporti potremmo chiedere loro di realizzare alcuni diversi cerchi di cartone, misurare la lunghezza della loro circonferenza rettificata e calcolare il rapporto fra la lunghezza della circonferenza rettificata e il diametro di ciascun cerchio. Assegnare a ciascuno un poligono differente, concavo o convesso che sia, chiedendo di ritagliarlo in modo da poterlo ricomporre in un rettangolo equivalente.
Gli studenti di terza potrebbero fare una ricerca su un matematico illustre e tradurre i loro risultati in un’intervista impossibile, magari registrata dal vero come se fosse un intervento a una trasmissione radiofonica. Pacchi e pacchettini possono suggerire la richiesta di realizzare alcuni pacchetti a forma di parallelepipedo che abbiano dimensioni diverse ma la stessa area totale. 

Sono sicuro che con un po’ di fantasia le idee non mancheranno. Se avremo ottenuto che i nostri studenti si avvicinino con voglia ai compiti e, perché no, coinvolgano anche qualche familiare per realizzare un bel lavoro, avremo ottenuto un risultato che con esercizi più tradizionali non avremmo mai raggiunto. 

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