Agenda 2030 Italia - Gli obiettivi economici

Agenda 2030 Italia - Gli obiettivi economici

A che punto siamo in Italia? Dopo aver trattato gli obiettivi ambientali dell’Agenda 2030, proseguiamo il nostro percorso alla scoperta delle principali dimensioni dello sviluppo sostenibile, con dati aggiornati, risorse digitali inclusive e proposte didattiche dedicate.

L’Agenda e l’economia

Nel programma di sviluppo sostenibile delle Nazioni Unite, gli obiettivi economici affrontano temi fondamentali per il futuro del pianeta: il lavoro, la crescita e l’innovazione (Goal 8 e Goal 9), i consumi (Goal 11 e Goal 12), le disuguaglianze (Goal 10). Si tratta di obiettivi che prendono in esame le ripercussioni delle attività produttive sull’ambiente e la società: i processi economici, a livello locale e globale, devono gestire le risorse naturali in un sistema efficace e attento alla sostenibilità ambientale e all’inclusione sociale. Questa prospettiva deve essere sostanziata dal rispetto dei diritti in tema di lavoro e occupazione per migliorare la qualità di vita dei cittadini.

Goal 8 – Lavoro dignitoso e crescita economica

La situazione in Italia

Lo sviluppo economico va pensato secondo modelli economici che coniughino crescita e salvaguardia ambientale, garantendo inclusione ed equità nella distribuzione delle risorse e assicurando condizioni lavorative dignitose. L’Italia, dopo il trend positivo nel periodo 2015-2017, ha conosciuto un rallentamento della crescita del PIL pro capite. Questa tendenza si è accentuata in seguito alla crisi sanitaria: nel secondo trimestre del 2020 si è assistito a una significativa diminuzione rispetto allo stesso trimestre del 2019. Questo Goal è uno dei più colpiti dalla crisi dovuta alla pandemia, anche nel medio termine.

Il Goal 8 in Italia ha registrato fino al 2018 una tendenza moderatamente positiva (per esempio nella condizione generale economica della popolazione), pur presentando alcune importanti criticità nelle quote occupazionali. Per esempio, nel 2019 in Italia il 22,2% dei giovani di età compresa tra i 15 e i 29 anni non studia, non frequenta corsi di formazione e non lavora (NEET): una percentuale decisamente al di sopra della media europea (12%). Il quadro di emergenza sanitaria ha segnato una vera e propria battuta d’arresto nel cammino per il raggiungimento della crescita economica e occupazionale.

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Fonte: Sustainable Development Report 2020

L’indicatore ASviS

Nel quinquennio 2014-2019 l’indicatore ASviS registra un lento recupero rispetto alla crisi degli anni precedenti, grazie all’aumento dell’occupazione e del reddito disponibile. Il 2020, l’anno della pandemia, appare invece clamorosamente in ribasso, con previsioni incerte sull’andamento futuro in virtù delle instabilità del mercato nazionale e di quello internazionale. Qualitativamente, sul piano occupazionale, giovani e donne sono (e saranno) le categorie più colpite.

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Fonte: Report ASviS 2020

BUONE NOTIZIE. In Italia il tasso di occupazione del 2019 è stato in leggero miglioramento rispetto al 2018 (59% con un incremento dello 0,5%). Si registra, però, un divario tra uomini e donne ancora elevato (oltre 17 punti percentuali di distanza) e una diffusione preoccupante nella fascia giovanile.

CATTIVE NOTIZIE. L’Italia presenta ancora significative quote di lavoro irregolare. Secondo i dati riferiti al 2017, la percentuale di occupati irregolari sul totale è pari al 13,1%, concentrati soprattutto nel settore agricolo, nelle attività artistiche e nei servizi di assistenza alle famiglie. Questa percentuale è in aumento rispetto a dieci anni fa.

La pandemia di Covid-19 ha comportato una brusca frenata della crescita economica e un aumento della crisi occupazionale: il PIL è crollato (-17,7%) e si sono registrate diminuzioni del reddito disponibile, delle ore lavorate (-20%) e dell’occupazione (-1,9%).

Goal 9 – Imprese, innovazione e infrastrutture

La situazione in Italia

Le dotazioni infrastrutturali, la capacità innovativa e di ricerca e l’industrializzazione possono essere elementi decisivi per uno sviluppo inclusivo e sostenibile. Se nel mondo le imprese ad alta tecnologia sono sempre più importanti, anche l’Italia presenta una tendenza in rialzo negli indicatori relativi alla digitalizzazione e alle infrastrutture tecnologiche. Inoltre va segnalato che in Italia la quota degli investimenti in ricerca e sviluppo è significativamente inferiore rispetto a quella dei principali Paesi europei: nel 2019 ammontava all’1,37% a fronte di una media UE del 2,12%. La crisi legata al Covid-19 ha avuto un forte impatto negativo su questo Goal.

Il Goal 9 in Italia, pur con qualche nota positiva (diffusione di Internet e imprese che utilizzano tecnologie avanzate), rivela un Paese che fatica a innovare e si mantiene al di sotto della media europea. C’è bisogno di un’innovazione tecnologica per l’Italia del futuro.

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Fonte: Sustainable Development Report 2020

L’indicatore ASviS

Tra il 2010 e il 2019 l’indicatore ASviS registra un costante miglioramento. In particolare i settori che raggiungono obiettivi significativi sono la diffusione della banda larga tra le famiglie, l’aumento del tasso di ricercatori e la specializzazione tecnologica nei settori produttivi. I ritardi nella transizione digitale e la crisi pandemica rappresentano invece i fattori di rallentamento per l’obiettivo dell’Agenda.

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Fonte: Report ASviS 2020

BUONE NOTIZIE. Nel 2019 la banda larga raggiunge le famiglie in una percentuale più che raddoppiata (75%) rispetto al 2010 (30%).

CATTIVE NOTIZIE. L’infrastruttura ferroviaria denuncia la persistenza di un notevole gap tra le regioni del Settentrione e del Centro rispetto a quelle del Mezzogiorno.

La pandemia di Covid-19 rappresenta in generale un ostacolo al piano di sviluppo industriale, ma al tempo stesso può offrire opportunità di crescita nel settore delle tecnologie avanzate e nei processi di digitalizzazione delle imprese e delle amministrazioni.

Goal 11 – Città e comunità sostenibili

La situazione in Italia

Ormai metà della popolazione mondiale (e i tre quarti di quella europea) vive in aree urbane: per questo le città svolgono un ruolo cruciale nel raggiungimento degli obiettivi dell’Agenda. Le città sono i luoghi responsabili della pressione ambientale con lo sfruttamento esagerato delle risorse e la produzione svorabbondante di scarti e rifiuti, oltre ai problemi legati all’inquinamento e alla mobilità. In Italia sono ancora scarsi i segni di una piena vivibilità delle città. Tra i dati più significativi c’è una generalizzata insoddisfazione per i mezzi pubblici: nel 2019 il 33,5% della popolazio ha dichiarato di avere difficoltà di collegamento nella zona in cui risiede, Il dato del 2019 è il peggiore degli
ultimi dieci anni (29,5% nel 2010).

Il Goal 11 in Italia non conosce traguardi ragguardevoli e il suo raggiungimento presenta in generale aspetti di criticità. L’attuale crisi pandemica ha determinato l’accentuarsi di alcuni fenomeni incoerenti con uno sviluppo sostenibile, come per esempio, l’aumento nell’utilizzo di mezzi di trasporto privato.

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Fonte: Sustainable Development Report 2020

L’indicatore ASviS

L’attuale situazione urbana in Italia risulta peggiore di quella del 2010, ma dal 2015 la tendenza è andata via via migliorando in virtù della migliore gestione dei rifiuti urbani conferiti in discarica sul totale della raccolta: 23,40% del 2017 rispetto al 56,80% del 2006. In generale, però, l’Italia è sotto la media degli altri Paesi UE e richiede quindi significativi investimenti in riqualificazione energetica, mobilità sostenibile e rigenerazione delle periferie.

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Fonte: Report ASviS 2020
Per il 2020 non è stato possibile fare nessuna valutazione (NV)

BUONE NOTIZIE. Nel 2018 le città italiane hanno fatto registrare una diminuzione della concentrazione di PM 2.5 e PM 10, che rispetto al 2006 si è ridotta rispettivamente del 37% e del 25%.

CATTIVE NOTIZIE. Nel 2018 oltre un quarto della popolazione italiana (27,8%) viveva in condizioni abitative non soddisfacenti da un punto di vista di fornitura dei servizi e di sovraffollamento.

La pandemia di Covid-19 ha portato un miglioramento nella qualità dell’aria anche nei centri urbani, ma ha comportato una diminuzione nell’utilizzo dei mezzi di trasporto pubblici.

Goal 12 – Consumo e produzioni responsabili

La situazione in Italia

I modelli di produzione e consumo sostenibile sono essenziali per il raggiungimento degli obiettivi dell’Agenda. Ridurre l’impronta ecologica dei sistemi socio-economici e adottare stili di consumo responsabile possono infatti contribuire anche al miglioramento degli standard di vita e al contrasto della povertà. In Italia l’ultimo biennio mostra un andamento generalmente positivo, anche se non privo di qualche contraddizione. Se infatti si migliora nella gestione ecologica dei rifiuti (conferiti in discarica per una quota di poco superiore al 20%), questi ultimi vengono prodotti in misura maggiore rispetto al passato.

Il Goal 12 in Italia negli ultimi anni ha conosciuto una costante tendenza positiva e risulta essere uno degli obiettivi più perfomanti nel nostro Paese, pur presentando aspetti critici (smaltimento di rifiuti speciali, aumento delle emissioni inquinanti). Nel 2020 la crisi dovuta alla pandemia di Covid-19, grazie alla diminuzione della produzione di rifiuti urbani, ha accelerato alcuni dei processi virtuosi legati alla produzione e al consumo sostenibile.

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Fonte: Sustainable Development Report 2020

L’indicatore ASviS

Secondo l’indicatore ASviS l’Italia registra interessanti progressi nella percentuale di riciclo dei rifiuti, che non raggiunge ma si avvicina molto al target europeo previsto per il 2020 (50%). Anche nell’indice di circolarità della materia si hanno risultati soddisfacenti: la quota di materie prime ritrattate e immesse nuovamente nel circolo economico ammonta al 17,7% contro la media UE dell’11%. Da qui deriva un andamento sostanzialmente positivo tra il 2010 e il 2019 dovuto in gran parte all’attivazione di processi produttivi circolari e alle pratiche del riciclo e del riuso.

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Fonte: Report ASviS 2020

BUONE NOTIZIE. La percentuale di riciclaggio dei rifiuti urbani ha raggiunto circa il 50%, un livello che conferma livelli superiori alla media europea e consente al nostro Paese di centrare l’obiettivo del 2020.

CATTIVE NOTIZIE. La produzione di rifiuti pro capite è in aumento: nel 2019 in Italia sono stati prodotti 5 quintali di materia per abitante. Nel periodo 2013-2019 questa quota è aumentata di 14,3 kg pro capite.

La pandemia di Covid-19 ha generato un’importante diminuzione del PIL e ha di conseguenza portato a un decremento della produzione di rifiuti urbani, determinando un miglioramento nel raggiungimento di questo Goal.

Goal 10 – Ridurre le disuguaglianze

La situazione in Italia

L’umanità è ancora penalizzata da disuguaglianze riguardanti reddito, sesso, età, etnia, classe, religione, abilità e opportunità. Le politiche e le legislazioni nazionali devono tendere all’inclusione e all’eliminazione di ogni tipo di gap. Tra i fenomeni più evidenti c’è quello della ingiusta distribuzione della ricchezza: in molti Paesi, come anche in Italia, cresce la ricchezza in possesso di piccole percentuali della popolazione, mentre si allargano le fasce a rischio di povertà. Nel nostro Paese, a partire dal 2015, è migliorata leggermente la situazione reddituale della fascia più povera della popolazione, ma nel 2020 il contesto di emergenza socio-sanitaria ha aumentato il rischio di povertà, evidenziando anche le disparità territoriali e il divario di genere.

Il Goal 10 in Italia è dunque lontano dall’essere raggiunto. L’incertezza economica e il rischio di povertà colpiscono i segmenti più fragili, per esempio gli anziani non più “produttivi” e i giovani e gli stranieri in cerca di occupazione.

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Fonte: Sustainable Development Report 2020

L’indicatore ASviS

L’indicatore ASviS mostra in Italia una società ingiusta, anche rispetto alla media dei Paesi UE. Uno degli elementi più importanti che contribuiscono a questa situazione è legato al reddito disponibile e alla sua distribuzione. L’emergenza Covid-19 ha fatto nascere iniziative governative a sostegno delle famiglie e delle imprese, ma non si vedono al momento interventi strutturali che possano stimolare una riduzione delle diseguaglianze. Ne esce la fotografia di un Paese fragile, con diffuse sacche di povertà e disagio sociale.

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Fonte: Report ASviS 2020

BUONE NOTIZIE. Nonostante una visione di lungo termine, il governo ha attivato una serie di provvedimenti in merito all’accesso alle abitazioni, all’assegno per le famiglie, ai fondi per l’inclusione sociale (per esempio, asili nido e scuole dell’infanzia).

CATTIVE NOTIZIE. Il reddito del 40% più povero della popolazione in Europa raggiunge la quota massima con il 26,2% della Slovacchia e il minimo con il 17% della Bulgaria. L’Italia, con il 19,3%, è al di sotto della media europea (20,9%).

La pandemia di Covid-19 ha accentuato le diseguaglianze sociali: in particolare, i lavoratori hanno subito conseguenze differenti in base alla tipologia di attività (ritenuta “essenziale” o meno), alla posizione professionale ricoperta, al tipo di contratto, al livello di reddito e alla localizzazione geografica (Nord e Sud, ma anche centro e periferia).

Fare Geo

  • Le città sono sempre più il luogo della vita contemporanea: oltre la metà della popolazione mondiale vive in un contesto urbano (55%) e ogni anno circa l’1% lascia le campagne per stabilirsi in un quartiere cittadino. Per rendere più vivibili ed efficienti le città, dalla fine del secolo scorso si sono progettate e realizzate le “città intelligenti” (smart city), aree urbane che grazie ad avanzate tecnologie digitali migliorano le infrastrutture e i servizi ai cittadini. Fai una ricerca in rete per scoprire quali sono nel mondo le smart city più all’avanguardia e riportane le caratteristiche principali in una sintetica presentazione. Rifletti poi su questa affermazione della Commissione Europea: «una città intelligente va oltre l’uso delle tecnologie per raggiungere un migliore utilizzo delle risorse e minori emissioni: significa anche un’amministrazione cittadina più interattiva e reattiva e spazi pubblici più sicuri». Basta la tecnologia per rendere “intelligente” una città?
  • La disuguaglianza economica è un fenomeno dilagante a livello mondiale e non accenna a ridurre le sue dimensioni. Secondo il rapporto Take to Care – Avere cura di noi di Oxfam (2020), nel 2019 i miliardari della Lista Forbes (solo 2.153 individui) possedevano più ricchezza di 4,6 miliardi di persone, pari a circa il 60% della popolazione globale. Basti pensare che il patrimonio delle 22 persone più ricche del mondo è superiore alla ricchezza di tutte le donne africane. Con opportune ricerca (in rete e in biblioteca), approfondisci il tema della iniqua distribuzione delle ricchezze nel mondo e raccogli i dati e le informazioni più significativi (sono più ricchi gli uomini o le donne? in quali parti del pianeta si concentra maggiormanete la ricchezza? ecc…). Con i tuoi compagni di classe, poi, progetta un volantino di sensibilizzazione che riporti dati, statistiche e uno slogan che inviti al cambiamento.

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