Esperienze responsabili: turismo di comunità

Esperienze responsabili: turismo di comunità

Inauguriamo qui una serie di post dedicati alle buone pratiche di turismo responsabile, raccontando le esperienze più significative.
Partiamo da questa domanda: come recuperare e valorizzare territori a scarso sviluppo economico come quelli di molte aree montuose italiane?

 

Il turismo di comunità è una delle forme più autentiche di turismo responsabile e si basa sul ruolo della comunità locale nella gestione delle attività turistiche. L’obiettivo è garantire ricadute economiche locali ed eque, il sostegno a progetti di interesse collettivo, la sostenibilità ambientale del turismo e il rispetto dell’identità, della cultura e delle tradizioni degli abitanti. Questa forma di turismo, quindi, apporta benefici innanzitutto alla comunità locale, contrastando situazioni di difficoltà economica, sociale e ambientale. I turisti stessi hanno l’opportunità di vivere esperienze più autentiche. In questo ambito, l’imprenditorialità locale offre esperienze turistiche – promosse anche dai progetti di cooperazione allo sviluppo delle ONG – che si fondano su produzione agricola e cucina tipiche, artigianato autentico, pratica delle tradizioni locali e fruizione del patrimonio naturale, artistico e storico.

Il turismo di comunità si è diffuso inizialmente nel Sud del mondo, in contesti in via di sviluppo come l’America Latina, l’Africa e l’Asia, abitati da piccole comunità vulnerabili.
In seguito, però, si è esteso ad altri Paesi e dagli anni ’90 anche all’Italia, in particolare alle comunità montane. Due cooperative, in particolare, costituiscono esempi di eccellenza lungo gli Appennini, in provincia di Reggio Emilia.
Una è la cooperativa Briganti di Cerreto, nella piccola frazione di Cerreto Alpi, modello di turismo di comunità studiato in tutto il mondo: per la Commissione Europea si tratta di una delle 20 esperienze più innovative a livello europeo. La cooperativa ha investito sulla riqualificazione delle attività locali e sulla riscoperta della cultura del luogo: per esempio, sono stati recuperati il mulino ad acqua, anche come museo e residenza, e l’essiccatoio per produrre farina di castagne. Ha anche costruito un rifugio, punto di riferimento per l’escursionismo estivo e invernale, che propone diverse attività. Di conseguenza, la frazione si è ripopolata e si è generato nuovo reddito, distribuito equamente.

Panorama di Cerreto Alpi

 

Un’altra importante realtà è la cooperativa Valle dei Cavalieri, nel borgo di Succiso, che nel 2018 ha vinto il secondo premio UNWTO (United Nations World Tourism Organization) come eccellenza mondiale nell’“innovazione d’impresa” nel turismo. La cooperativa ha evitato lo spopolamento del borgo e ha creato nuovo lavoro grazie ad attività quali l’allevamento allo stato brado di 270 pecore, la produzione di formaggi, la gestione di un agriturismo da cui partono numerosi percorsi escursionistici.

L’allevamento della cooperativa Valle dei Cavalieri

 

FARE GEO

  • Individua 5 territori del mondo dove si potrebbero sviluppare attività di turismo di comunità, dopo esserti informato sulle attrattive locali.
  • Elenca le possibili difficoltà nell’avviare un progetto di microimprenditorialità in una realtà del Sud del mondo dove il turismo non è ancora arrivato.
  • Immagina un piccolo paese che si sta spopolando degli abitanti più giovani: quali soluzioni proporresti?

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