Abbiamo sperimentato la collaborazione fra pari: e adesso?

Abbiamo sperimentato la collaborazione fra pari: e adesso?

Dopo una o più attività di collaborazione fra pari, potete proporre agli studenti un momento di riflessione metacognitiva, cioè di riflessione sui propri e altrui processi di pensiero, messi in atto per portare a termine il lavoro collaborativo svolto.  

Vediamo di cosa si tratta e soprattutto che senso può avere, in un processo didattico di insegnamento-apprendimento della matematica, un’attività di questo tipo1.

Cominciamo anzitutto a pensare come si agisce abitualmente. Alla conclusione di un lavoro individuale in classe (per esempio un compito in classe) di solito è l’insegnante che esamina e valuta i risultati dell’attività svolta: gli studenti, pur avendo alcune aspettative circa l’esito del proprio operato, si aspettano che i commenti e il giudizio globale siano espressi dall’insegnante e dunque il loro giudizio personale su quanto hanno svolto viene senza dubbio orientato dall’esito esplicito ottenuto (il voto). Ma anche a conclusione di un’attività a gruppi, durante la discussione finale, accade spesso che la riflessione critica di strategie o argomentazioni proposte avvenga coralmente, sotto la guida dell’insegnante e in un arco di tempo piuttosto contenuto, così da non dare a ognuno l’occasione di una specifica riflessione personale sull’adeguatezza o meno di quanto svolto.

Proviamo invece, almeno in alcune occasioni durante l’anno, a proporre agli studenti stessi, prima ancora che il loro operato sia esposto alla classe e valutato, di esprimerne un giudizio, ponendo loro alcune specifiche domande per aiutarli a ripercorrere il cammino cognitivo che hanno compiuto. 

Mettiamoci nel caso che si sia lavorato a coppie, nella modalità di tutoraggio descritta nel mio precedente articolo e che l’attività collaborativa sia conclusa. Prima ancora di raccogliere gli esiti ottenuti dalle varie coppie di studenti, ecco quali domande potreste proporre, su un’apposita scheda, a ciascun alunno (attenzione: l’attività è stata svolta in collaborazione ma questa scheda va compilata individualmente!):

1. Se SIETE RIUSCITI a risolvere il compito:

  • Qual è stata la difficoltà maggiore che avete incontrato? (comprendere il testo, individuare la strategia o la regola da seguire, utilizzare una rappresentazione grafica opportuna, altro …).
  • Qual è stata l’idea (o il passaggio fondamentale) che vi ha permesso di concludere?
  • Se hai aiutato il/la compagno/a, spiega il suggerimento che hai dato.
  • Se hai ricevuto un aiuto dal/dalla compagno/a, spiega il suggerimento che hai ricevuto.

2. Se NON SIETE RIUSCITI a risolvere il compito:

  • Qual è stata la difficoltà maggiore che avete incontrato? (comprendere il testo, individuare la strategia o la regola da seguire, utilizzare una rappresentazione grafica opportuna, altro …).
  • Prova a spiegare in dettaglio la difficoltà indicata.

Potete notare che le domande, ovviamente da adattare anche al tipo di compito che avete proposto, consentono risposte piuttosto ampie, sia connesse ai concetti o alle procedure matematiche in gioco, sia relative alla modalità di lavoro adottata (tra le difficoltà emergono spesso, specie se non si è abituati a interagire tra pari, quelle relative a farsi comprendere o a comprendere il pensiero dell’altro). 

È da rilevare anzitutto che la prima domanda che uno si deve porre è: “Siamo riusciti o non siamo riusciti a risolvere il compito?” e dunque occorre maturare pian piano una certa autonomia di giudizio, sviluppando l’abitudine alla riflessione, alla critica e alla valutazione del proprio  operato. È anche evidente che le risposte sono molto soggettive, non c’è “la risposta esatta” ma un continuo interrogarsi su quanto è accaduto durante l’attività. Per rispondere occorre che l’alunno continui a ripensare al processo portato a termine, ai pensieri suoi e del compagno: si tratta certamente di compiti non usuali e non semplici, tuttavia accade, anche nella secondaria di primo grado, che dopo alcune risposte iniziali un po’ sbrigative, a seguito della condivisione e discussione di alcune risposte, gli alunni diventino capaci di riflessioni più mature ed offrano sempre più spesso risposte articolate, interessanti sia per i compagni che per l’insegnante.

Un ulteriore momento di riflessione, non solo sui propri processi di pensiero ma anche sul proprio atteggiamento in classe, può essere rivolto ancora più esplicitamente agli aspetti interpersonali, che sono ovviamente decisivi quando si attuano attività in collaborazione. Sia dopo attività a coppie o a lavori in gruppi più ampi, potreste proporre ai vostri alunni di compilare, come riflessione individuale, una scheda con alcune semplici domande, per esempio le seguenti:

  • Come ti sei sentito durante l’attività?
  • Cosa ti è piaciuto di più dell’esperienza svolta? (puoi riferirti sia alla matematica che al modo di lavorare con i compagni o ad altro …).
  • Cosa ti è piaciuto di meno?  (puoi riferirti sia alla matematica che al modo di lavorare con i compagni o ad altro …).
  • Esprimi con un voto da 1 a 10 quanto questa esperienza ti ha soddisfatto.
  • Hai considerazioni da aggiungere per migliorare il lavoro in classe?

Quando richiedete il giudizio personale di ogni studente sull’attività svolta e sulla metodologia adottata lo abituate a riflettere su quanto accaduto, lo stimolate a produrre una sua riflessione critica su quanto ha vissuto. Rispondere alle domande scrivendo su un foglio i propri pensieri vincola ogni vostro alunno a richiamare alla memoria l’intera esperienza, a ripercorrerla per intero e a interrogarsi su quali aspetti siano stati personalmente valutati in modo positivo o negativo, sviluppando in questo modo una maggiore consapevolezza delle sue azioni

Potrete constatare che attività di riflessione come quelle proposte risultano molto efficaci per gli studenti, perché sviluppano capacità di valutazione critica ma sono anche utili per voi insegnanti, perché spesso vi rivelano aspetti della classe che altrimenti rimarrebbero taciuti e vi possono offrire suggerimenti per progettare al meglio il lavoro didattico successivo.


1Per ulteriori dettagli su questo argomento potete vedere le pagine 78-85 del Capitolo 7 del mio testo “I suggerimenti della ricerca in didattica della matematica per la pratica scolastica”, 2015

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